
Il settore dell’intrattenimento risultava già abbastanza sviluppato 4000 anni fa nell’area del Medio Oriente tanto che, in giro per le antiche città-stato, c’erano anche quelli che possono essere considerati come i primi acrobati professionisti. Lo spiega un nuovo articolo apparso su The Conversation realizzato da Javier Alvarez-Mon, un professore di archeologia dell’Università Macquarie, e Yasmina Wicks, ricercatrice postdottorato dello stesso istituto.
I due ricercatori spiegano che l’huppû, una sorta di acrobata professionista per l’intrattenimento delle masse così come delle corti reali, cominciò a diffondersi nell’area dell’attuale Siria già più di 2000 anni prima della nascita di Cristo. La prima menzione conosciuta di un huppû risale al 2320 a.C. mentre vari dettagli concernenti questa particolare professione si possono trovare in alcuni frammenti di un archivio reale inerente al periodo tra il 1771 e il 1764 a.C. Questi frammenti sono stati ritrovati in una serie di migliaia di tavolette conservate nella città di Mari, sul fiume Eufrate.
Gli huppû si esibivano varie volte al mese in concomitanza con particolari eventi come quello del ritorno del re in città, di feste religiose oppure per l’arrivo di particolari visitatori. Tra i soggetti che intrattenevano il pubblico, oltre a questi acrobati professionisti, c’erano anche lottatori e i sacerdoti del “lamento”. Questi ultimi erano soliti cantare in un’antica lingua sumera con l’accompagnamento dei tamburi. Con questo personale e gli scenografici spettacoli, il re poteva intrattenere i propri ospiti.
Secondo i due ricercatori si possono immaginare gruppi di huppû che mettevano in scena veri e propri spettacoli coreografici con acrobazie alternate da danze e movimenti in cui si armonizzava la forza fisica e il controllo dell’espressione corporea. Probabilmente veniva praticato solo dai maschi in quanto non sono state trovate informazioni relative ad huppû con nomi femminili.
Inoltre c’era una vera e propria tensione tra le varie scuole di huppû dell’area come si può evincere dai brevi dettagli presenti in una lettera indirizzata al re Zimri-Lim, datata al 1763 a.C..