
Secondo nuovi studi prodotti dall’università di Washington e dalla Stanford, la causa principale che produsse la più grande estinzione di massa mai analizzata, ossia quella della fine del periodo permiano, circa 252 milioni di anni fa, sarebbe da trovare nel riscaldamento globale.
Secondo questo nuovo studio gli animali furono man mano sempre più incapaci di respirare a causa dell’aumentare delle temperature. Ciò coinvolse anche soprattutto le acque e dunque anche il metabolismo degli animali marini i quali non potevano più attingere allo stesso livello di ossigeno come in precedenza.
Le cause dell’inabitabilità degli oceani in questo periodo sono da anni oggetto di studio. Secondo diverse teorie, potrebbe essere stato un livello di acidità troppo alto mentre secondo altre teorie ci sarebbe stato un avvelenamento da sostanze quali metalli e solfuri.
Questo nuovo studio, combinando vari modelli di condizioni oceaniche e di metabolismo animale, conclude dunque che a causare il riscaldamento delle acque fu un riscaldamento globale delle temperature.
Altri cambiamenti, come la suddetta acidificazione o spostamenti nei livelli di produttività degli organismi fotosintetici, furono molto probabilmente cause concatenati ma non le principali.
Secondo Justin Penn, studente di dottorato in oceanografia ed uno degli autori dello studio, “Questa è la prima volta che abbiamo fatto una previsione meccanicistica su ciò che ha causato l’estinzione che può essere testata direttamente con la documentazione fossile, il che ci consente di fare previsioni sulle cause dell’estinzione in futuro”.
Infatti, per quanto riguarda la situazione odierna e quella del prossimo futuro, lo stesso Penn avverte: “Entro il 2100 il riscaldamento nell’oceano superiore si sarà avvicinato al 20 percento del riscaldamento del tardo Permiano, e entro l’anno 2300 raggiungerà tra il 35 e il 50 percento”.