Acidi grassi omega-3 diminuiranno molto a causa del riscaldamento globale

Credito: Dmitry Molchanov, Shutterstock, ID: 502030117

Tra gli effetti che il riscaldamento globale produrrà nei mari ci sarà anche una minore produzione degli importanti acidi grassi omega-3 secondo un nuovo studio apparso su Science.[1] I ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) che hanno realizzato lo studio prevedono che il plancton, una delle forme di vita marine che si trovano alla base della rete alimentare, produrranno un quantitativo sempre più ricco di questi importanti lipidi i quali saranno disponibili, naturalmente, in quantità minori non solo per i pesci ma anche per gli esseri umani.

Acidi grassi omega-3 sono essenziali per i nostri corpi

Come spiega il comunicato, gli acidi grassi omega-3 sono essenziali per i nostri corpi che non possono produrli autonomamente. Gli acidi grassi omega-3 vengono considerati come un grasso “buono” perché hanno un effetto positivo su diversi aspetti della nostra salute.

Lo studio con 930 campioni lipidici

I ricercatori hanno analizzato 930 campioni lipidici reperiti da 146 diverse zone degli oceani della Terra. Le analisi con la spettrometria di massa ad alta risoluzione hanno permesso di scoprire “caratteristiche finora sconosciute dei lipidomi planctonici oceanici”, come spiegano gli stessi ricercatori. Nello specifico questi ultimi si sono concentrati su 10 classi di glicerolipidi identificando 1.151 specie lipidiche distinte. Alla fine hanno scoperto che la creazione degli acidi grassi da parte dei plancton è collegata fortemente ai livelli di temperatura.

Calo significativo della produzione dell’acido grasso essenziale eicosapentaenoico [EPA]

In base a questo assunto, i ricercatori prevedono che ci sarà un calo significativo della produzione dell’acido grasso essenziale eicosapentaenoico [EPA] nel corso del prossimo secolo. L’EPA è uno degli acidi grassi più nutrienti. Diverse ricerche lo hanno collegato a vari benefici per la salute del corpo umano tanto che viene venduto anche come integratore alimentare. Benjamin Van Mooy, scienziato del dipartimento di chimica e geochimica marina dell’OMS e uno degli autori dello studio, spiega che lui il team hanno scoperto che la stessa composizione di lipidi presenti nei mari verrà alterata dal riscaldamento delle acque. Ciò è preoccupante perché c’è assoluto bisogno di questi lipidi in quanto sono tra i nutrienti più importanti in relazione a tutto ciò che peschiamo nei mari per il nostro nutrimento.

Un po’ tutti gli organismi sono sottoposti alle bizzarrie dei cambi di temperatura

In generale, spiega Henry C. Holm, studente di dottorato del MIT e autore principale dello studio, un po’ tutti gli organismi che vivono nell’oceano sono sottoposti alle bizzarrie dei cambi di temperatura e questo studio mostra che anche le attività biochimica all’interno degli esseri viventi ne sono influenzate fortemente.

Lipidi costituiscono il 10-20% del plancton presente negli oceani

I lipidi costituiscono il 10-20% del plancton presente negli oceani di superficie, un’area del mare dove la produzione dei lipidi è maggiore. Gli stessi oceanografi usano i lipidi come “biomarcatori” delle attività chimiche e in generale biologiche presenti nei mari. Solo le tecniche sviluppate recentemente, tra cui la spettrometria di massa ad alta risoluzione ed altre ancora, hanno permesso analisi molto più complete dei lipidi presenti negli oceani e questo nuovo studio ne è la dimostrazione. “Queste tendenze sono evidenti anche in tutte le altre classi di glicerolipidi, nonché nei lipidomi aggregati totali di tutte le classi di glicerolipidi”, spiegano i ricercatori nello studio. I risultati i ricercatori sono sorprendenti anche perché i campioni analizzati provengono da comunità di plancton molto distanti e in generale diverse tra loro.

Note e approfondimenti

  1. Climate Change Could Lead to a Dramatic Temperature-Linked Decrease in Essential Omega-3 Fatty Acids, According to New Study
  2. Global ocean lipidomes show a universal relationship between temperature and lipid unsaturation (DOI: 10.1126/science.abn7455)
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