
Il passaggio da organismi unicellulari ad organismi multicellulari, una delle fasi più importanti per quanto riguarda l’esistenza della vita sulla terra, sarebbe stato favorito anche dalla bassa temperatura delle acque ghiacciate durante quella che è stata una delle fasi più fredde occorse sulla terra, una fase denominata “terra a palla di neve”. È una conclusione abbastanza interessante raggiunta da un team di ricercatori della CU Boulder che hanno pubblicato uno studio su The American Naturalist.
Il paleobiologo Carl Simpson ha fatto uso di complesse equazioni matematiche arrivando ad una conclusione che sarebbe stata provocata dal bisogno, da parte della vita, di un’idrodinamica più efficiente oppure di un dorso.
Il periodo della terra a palla di neve è cominciato all’incirca 750 milioni di anni fa e le cause che hanno provocato questo lungo raffreddamento globale sono ancora discusse dagli scienziati. In quel periodo la vita era rappresentata da batteri unicellulari ma, ad un certo punto, questi ultimi svilupparono la multicellularità dando il via, poi, ad una serie di modifiche, a livello evoluzionistico, sfociate poi nella comparsa degli animali complessi e alla fine anche dell’uomo e del suo livello di intelligenza.
Questi batteri, che vivevano in acque gelide, sono stati oggetto dello studio di Simpson che ha usato il computer per capire come questi esseri viventi potessero comportarsi in acque dalle temperature bassissime tipiche della terra a palla di neve.
Il ricercatore, tramite questi calcoli, è giunto alla conclusione che quando l’acqua salata diventa più fredda diventa anche molto più densa e viscosa. Per organismi così piccoli, come quelli unicellulari, si trattò di una differenza abissale rispetto ai periodi precedenti più miti. I batteri risultavano praticamente in balia delle acque ed era molto difficile spostarsi.
A questo punto entrò in gioco l’evoluzione: quest’ultima avvantaggiò la multicellularità: come spiega lo stesso Simpson il vantaggio di avere più cellule sta in una maggiore forza ed una maggiore efficienza nel nuoto in quanto “tutte quelle cellule possono nuotare insieme”.
Con la multicellularità un ventaglio di nuove azioni divenne disponibile per gli esseri viventi, cosa che portò poi ad una sorta di esplosione della vita in termini di differenziazione anatomica, soprattutto a livello di locomozione. Essendo più grandi, gli esseri viventi poterono cominciare a spostare la invece di subirne i flussi ed essere spostati.