Le acque reflue trattate possono essere usate per l’acquacoltura come spiega un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università Ben-Gurion del Negev. Secondo gli scienziati, i micropollutanti organici (OMP) presenti in queste acque, ossia oligoelementi di metalli pesanti, prodotti farmaceutici, prodotti per la cura della persona o altri prodotti inquinanti come solventi, pesticidi, detergenti vari, alla fine provocano un accumulo considerabile come minimo di pesci. Inoltre le stesse acque reflue non sembrano influenzare il livello di coltura di pesci.
Dina Zilberg, ricercatrice dell’Istituto francese di agricoltura e biotecnologia della BGU, spiega: “La presenza di micropollutanti nell’acqua può portare a effetti biologici tossici nei pesci, comprese le mutazioni, e la femminilizzazione del pesce maschio dall’esposizione agli OMP che alterano il sistema endocrino”.
Le acque reflue, infatti, subiscono uno processo di pulizia che rimuove i composti le sostanze inorganiche tra cui azoto e fosforo ma non i composti organici.
I ricercatori hanno svolto studi laboratorio sulla carpa comune (Cyprinus carpio) e hanno scoperto che il trattamento terziario delle acque reflue (TTWW) può essere usato per allevare pesci e che i pesci allevati in quest’acqua soddisfano gli standard per l’accumulo di metalli pesanti dei loro corpi, come spiega la stessa Zilberg.
Approfondimenti
- Tertiary-treated wastewater as a potential water source for sustainable aquaculture: A laboratory-scale experiment with Cyprinus carpio – ScienceDirect (IA) (DOI: 10.1016/j.aquaculture.2020.735161)