Adattarsi velocemente? Può portare all’estinzione secondo nuove analisi

Il tuatara della Nuova Zelanda è l'unico sopravvissuto dei rincocefali: i suoi parenti più stretti si sono tutti estinti perché si adattarono troppo velocemente ad ambienti in rapido cambiamento secondo i ricercatori. Credito: Simone Infanger, Unsplash, aRUne7sTySU

Una evoluzione troppo rapida non è favorevole alla sopravvivenza della specie secondo un nuovo studio condotto dallo scienziato Jorge Herrera-Flores della School of Earth Sciences di Bristol. Con l’aiuto dei colleghi, il team ha analizzato gli aspetti evolutivi di diversi membri del gruppo dei lepidosauri (Lepidosauria). Si tratta di una famiglia di animali che contiene tantissime specie, dalle lucertole ai serpenti. Lo studio, intitolato “Slow and fast evolutionary rates in the history of lepidosaurs”, è stato pubblicato sulla rivista Palaeontology.

Adattarsi troppo velocemente può essere deleterio

I ricercatori hanno scoperto che una rapida evoluzione in circostanze favorevoli, praticamente quando gli ambienti tendono a non cambiare troppo velocemente, può in effetti portare al successo delle specie, come accaduto per diverse specie di lepidosauri, ma hanno anche scoperto che adattarsi troppo velocemente può essere deleterio, anzi può portare all’estinzione.

Squamati e rincocefali: due destini diversi

Gli stessi lepidosauri, spiega Herrera-Flores, sono apparsi sulla Terra più o meno 250 milioni di anni fa per poi dividersi in due gruppi primari: gli squamati (che hanno originato gli odierni serpenti e le odierne lucertole) e i rincocefali (di cui oggi è rimasta una sola specie, il tuatara della Nuova Zelanda). I ricercatori scoprivano, con grossa sorpresa, che i rincocefali si sono evoluti molto più rapidamente rispetto agli squamati durante il mesozoico.
Come spiega Armin Elsler, i tassi medi della velocità di evoluzione dei rincocefali erano molto più alti di quelli degli squamati, circa il doppio, una cosa che ha sorpreso gli stessi ricercatori.

Dopo estinzione dei dinosauri rincocefali cominciarono ad esaurirsi

A seguito dell’estinzione dei dinosauri, circa 66 milioni di anni fa, verso la fine del mesozoico, rincocefali e squamati hanno sofferto ma mentre gli squamati si sono ripresi lentamente, i rincocefali hanno cominciato ad evolvere molto velocemente per poi esaurirsi prima della fine dello stesso mesozoico.

Teoria già sviluppata dal paleontologo George Gaylord Simpson

Si tratta di un approccio teorico già sviluppato dal paleontologo George Gaylord Simpson che negli anni 40, dopo aver esaminato vari modelli di evoluzione diversi animali, si era accorto che le specie in più rapida evoluzione spesso facevano parte di gruppi più instabili perché si adattavano troppo velocemente ad ambienti che però erano in rapido cambiamento e potevano modificarsi molto velocemente.
“In alcuni casi, possono stabilizzarsi e sopravvivere bene, ma in molti casi le specie si estinguono non appena ne emergono di nuove, e possono estinguersi, proprio come la lepre che dorme” (il riferimento è alla nota fiaba della corsa della tartaruga e della lepre), spiega il professore Mike Benton, altro autore dello studio.

Note e approfondimenti

  1. November: Rapidly evolving species more likely to go extinct | News and features | University of Bristol (IA)
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