Come accertato da diversi studi gli afroamericani mostrano un rischio di ictus o più elevato, fino a tre volte, rispetto ad altre persone, ad esempio quelle di origine europea. Un nuovo studio esamina come le varianti genetiche contribuiscono a questo rischio più elevato.
Lo studio, prodotto da un team internazionale di scienziati, ha realizzato quella che viene definita nel comunicato stampa come la “più grande analisi di geni a rischio di ictus mai intrapresa in individui di origine africana”.
I ricercatori hanno infatti analizzato il genoma di più di 22.000 persone di originare africana e hanno scoperto fattori genetici che ritengono importanti proprio per quanto riguarda il maggior rischio di ictus.
Hanno in particolare scoperto una variazione comune del gene HNF1A. Questa variazione sembra essere collegata in maniera abbastanza netta al rischio aumentato di ictus nelle persone di origine africana. Si tratta di un gene che in precedenza era già stato analizzato in diversi studi perché era stato trovato un collegamento tra questo gene sia con ictus che con malattie cardiovascolari.
Inoltre hanno scoperto altre 29 varianti e anche queste sembrano influenzare in qualche modo il rischio dell’ictus.
“Studi di questa natura sono fondamentali data la scarsità di studi genetici incentrati su persone di origine africana e altre popolazioni minoritarie e le notevoli disparità di salute legate all’ictus in questi gruppi”, spiega Keith Keene, ora a capo del Center for Health Disparities della Brody School of Medicine della East Carolina University nonché un autore di questo studio pubblicato sulla rivista Stroke.