
Aggiungere sale agli alimenti (indipendentemente da quello che si può usare durante la cottura) è un comportamento che può essere collegato ad un maggior rischio di morte per ogni tipo di causa secondo quanto riporta un nuovo comunicato dell’European Society of Cardiology.[1] Il comunicato si riferisce ad un nuovo studio a sua volta apparso sull’European Heart Journal.[2]
Comportamento collegato alla preferenza a lungo termine
I ricercatori hanno voluto indagare su un comportamento specifico, quello relativo alle persone che aggiungono sale alle loro portate indipendentemente dall’aggiunta del sale nel corso della cottura. Secondo Lu Qi, un professore della School of Public Health and Tropical Medicine della Tulane University di New Orleans che ha guidato lo studio, si tratta di un comportamento collegato alla preferenza a lungo termine delle persone verso gli alimenti dal sapore più salato. L’aggiunta di sale a tavola può arrivare a rappresentare, nel mondo occidentale, fino a 6-20% della assunzione totale del sale.[1]
Analizzati i dati di più di 500.000 persone
I ricercatori hanno analizzato i dati di più di 500.000 persone prelevati da una biobanca britannica e raccolti tra il 2006 e il 2010. Tra i vari dati c’erano le risposte ad alcune domande sull’aggiunta del sale agli alimenti. Tenendo conto dei vari fattori che, come spesso accade in questi studi, possono cambiare i risultati (ad esempio l’indice di massa corporea, sesso, razza, età, ed altri ancora), i ricercatori giungevano comunque alla conclusione che aggiungere sempre sale agli alimenti poteva essere collegato ad un rischio più grande di morte prematura per ogni causa e in generale ad una diminuzione dell’aspettativa della vita.[1]
Le scoperte
Nello specifico i ricercatori scoprivano che le persone che avevano sempre aggiunto il sale al cibo mostravano un rischio più grande del 28% di morte prematura. All’età di 50 anni, l’aspettativa di vita delle donne veniva ridotta di 1,5 anni mentre quella degli uomini veniva ridotta di 2,28 anni rispetto ai soggetti che non aggiungevano sale al cibo oppure lo facevano raramente.[1]
Inoltre i ricercatori hanno scoperto collegamenti tra la maggiore frequenza dell’aggiunta di sale ai cibi e livelli più alti di sodio nelle urine e di escrezione di sodio.[2] Infine i ricercatori hanno scoperto che, differentemente dalle quantità di sale che già esistono degli alimenti, la frequenza dell’aggiunta dello stesso sale ai cibi “era leggermente e inversamente associata all’assunzione di alimenti ad alto contenuto di potassio (verdure e frutta) e alle concentrazioni di potassio urinario”.[2]
Rischi più ridotti perché mangiava più frutta e verdura
Questi rischi cominciavano a diminuire in quelle persone che mangiavano più frutta e verdura. Lo stesso professore Qi spiega che lui e il team non sono rimasti sorpresi dal fatto che il collegamento risultava più basso per quelle persone che mangiavano più frutta e verdura in quanto questi alimenti contengono potassio, un elemento che è protettivo e già stato collegato, in altri studi, ad un rischio più basso di morte prematura. Secondo il ricercatore, in ogni caso, ulteriori ricerche dovranno essere effettuate per convalidare i risultati prima di pubblicare qualsiasi raccomandazione al riguardo.[1]