
Il consumo di alcol può creare alterazioni del microbioma intestinale, come riferisce un nuovo comunicato dell’Università della California a San Diego, ma le modalità con le quali sussiste questa alterazione non sono ancora ben chiare. Un team di ricercatori, in uno studio pubblicato su Nature Communications, chiarisce in parte questo collegamento.[1]
I ricercatori sono giunti alla conclusione che a causare una sorta di “riprogrammazione” del microbioma dell’intestino è l’acetato che viene prodotto dal fegato in quantità eccessive. Questo acetato si diffonde nell’intestino e diventa una fonte di carbonio che supporta la crescita dei batteri. È un po’ come usare i fertilizzanti nel giardino: quello che si ottiene è una “esplosione di crescita biologica squilibrata”. In sostanza alcune specie ne beneficiano a differenza di altre e si crea uno squilibrio, come spiega Karsten Zengler, un professore alla Scuola di Medicina dell’Università della California San Diego, autore corrispondente del nuovo studio.[1]
Che cos’è l’acetato?
Esperimento con i topi
I ricercatori hanno svolto un esperimento con i topi somministrando a questi ultimi una molecola che nell’intestino viene scomposto in tre tipi di acetati. I ricercatori notavano che il microbioma degli intestini dei topi veniva cambiato dalla quantità troppo alta di acetato in una maniera simile a quanto avveniva quando facevano bere ai topi l’alcol ma senza danni al fegato.
Risultati complicano ancora di più la comprensione
Zengler spiega che i risultati conseguiti suggeriscono che il metabolismo dell’etanolo da parte dei batteri non è una delle cause primarie dello squilibrio del microbioma intestinale. Gli stessi risultati suggeriscono anche che il microbioma intestinale modificato dall’acetato aggiuntivo non sembra causare particolari danni al fegato. Si tratta di risultati che, in ogni caso, complicano ancora di più la situazione, in termini di comprensione scientifica, relativa al non ancora ben delineato rapporto tra il consumo eccessivo di alcol e i batteri dei nostri intestini. “Sebbene questa scoperta non si traduca in nuovi trattamenti imminenti per la malattia epatica alcolica, aiuterà a delineare l’effetto dell’acetato sul microbiota e aiuterà a perfezionare i futuri progetti di studio”, spiega il ricercatore.