Algoritmo di riconoscimento vocale “traduce” pianto dei bambini

Un gruppo di ricercatori dichiara di aver creato uno strumento software basato sull’intelligenza artificiale capace di distinguere le grida dei bambini.
Molto spesso i genitori si trovano incapaci di comprendere l’effettivo bisogno di un bambino che piange perché non sono in grado di distinguere quelle che possono essere considerate come minime sfumature e cambi di tonalità nella voce che, come diversi studi precedenti hanno dimostrato, possono indicare bisogni diversi.

Il metodo si basa su un algoritmo di riconoscimento del linguaggio modificato affinché possa lavorare sul pianto. Oltre ad essere utile in ambito domestico, potrebbe risultare parimenti utile anche in ambito sanitario: potrebbe per esempio aiutare i medici a capire i pianti di bambini ricoverati oppure in gravi condizioni.

Lo studio, pubblicato su IEEE/CAA Journal of Automatica Sinica, spiega come l’algoritmo riesce ad identificare gli schemi nascosti nelle grida dei bambini, benché il pianto di ogni bambino possa essere considerato come unico. Ci sono infatti alcune caratteristiche di base che risultano comuni e che risultano dettate dagli stessi bisogni o ragioni.

L’algoritmo è indipendente però dal singolo neonato: può essere utilizzato in maniera universale dato che può riconoscere e classificare le varie caratteristiche del pianto e può capire anche il livello di urgenza relativo al bisogno che il bambino intende comunicare.

“Stiamo studiando collaborazioni con ospedali e centri di ricerca medica, per ottenere più dati e input di scenari e di requisiti, e speriamo di poter avere alcuni prodotti per la pratica clinica”, dichiarano i ricercatori in relazione alla possibilità di un utilizzo pratico di questo algoritmo.

Fonti e approfondimenti

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