L’altopiano tibetano da sempre, almeno in parte, ha rappresentato un enigma per i geologi. La teoria principale dietro la sua formazione spiega che esso si è formato tramite un processo tettonico causato da placche continentali che si sono scontrate, nello specifico quella indiana e quella euroasiatica.
Tuttavia lo stesso altopiano tibetano presenta diverse unità geologiche indipendenti che sembrano appartenere a strutture diverse e soprattutto ad epoche diverse. Queste strutture sono praticamente collocate l’una accanto all’altra in modo che un singolo evento tettonico non può spiegarne la formazione.
Proprio per essere d’aiuto nel tentare di chiarire questo enigma, Liu Demin, ricercatore dell’Università delle geoscienze della Cina, ha pubblicato un nuovo studio su Earth Science Frontiers.
Questo studio propone una nuova teoria relativa alla formazione dell’altopiano tibetano meridionale, una teoria che riuscirebbe a spiegare le strutture insolite di cui sopra.
Analizzando antiche rotture tettoniche del sistema di distacco del Tibet meridionale (STDS), un’area parallela all’Himalaya con cui corre parallela per più di 2000 km, i ricercatori hanno tracciato quella che potrebbe essere la possibile catena di eventi che ha portato all’evoluzione di questa regione.
In pratica non ci sarebbe stato solo processo di collisione tettonica ma piuttosto le aree che compongono questa regione si sarebbero formate in periodi del tutto diversi, tramite eventi tettonici separati tra loro anche da milioni di anni e che sarebbero avvenuti da 66 milioni di anni fa fino ai giorni nostri.
La catena di eventi sarebbe stata provocata perlopiù dalle fasi di apertura e di chiusura dello strato superiore di un oceano preistorico denominato Neo-Tethys o anche Oceano di Tethys. Quest’ultimo tendeva ad espandersi e ad aprirsi parallelamente alle placche continentali che facevano un processo simile. Questa catena di eventi ha quindi dato origine all’altopiano tibetano che vediamo oggi. A svolgere un ruolo chiave in tutto ciò sarebbero state anche l’energia termica e l’energia potenziale gravitazionale della terra.