
Una delle probabili cause del morbo di Alzheimer è stata identificata da un team di ricercatori della Curtin University. Il comunicato dell’università parla di “scoperta significativa” che potrebbe portare a nuove terapie per questa diffusa malattia.
Lo studio è stato pubblicato su PLOS Biology e i risultati sono stati conseguiti tramite esperimenti fatti sui topi.[1]
Scoperto percorso sangue-cervello collegato all’Alzheimer
I ricercatori hanno infatti scoperto che una delle cause dell’Alzheimer può risiedere nella fuoriuscita di importanti particelle dalle cellule del sangue del cervello. Queste particelle sono importanti perché fanno da trasportatrici del grasso e di proteine tossiche.
John Mamo, professore del Curtin Health Innovation Research Institute (CHIRI) e uno dei responsabili dello studio, spiega che è stato scoperto un percorso sangue-cervello che probabilmente può causare l’Alzheimer.[1]
Dove avviene la produzione dell’amiloide-beta?
Ad oggi si crede che la causa principale dell’Alzheimer risieda nell’accumulo di proteine denominate amiloidi-beta. Tuttavia dove avvenga e come avvenga la produzione di queste proteine sono argomenti fortemente discussi.
Secondo i risultati conseguiti da questo studio, le proteine che formano questi depositi “tossici” nel cervello, depositi che poi causano l’Alzheimer, probabilmente arrivano nel cervello da particelle che trasportano grasso tramite il sangue denominate lipoproteine.[1]
Gli esperimenti sui topi
Secondo Mamo il percorso individuato in questo studio è molto importante: se si riuscisse a gestirlo o manipolarlo si potrebbe arrivare a nuovi potenziali trattamenti per l’Alzheimer limitando la loro fuoriuscita nel cervello.
I ricercatori si sono basati su una ricerca già effettuata in precedenza che mostrava che la beta-amiloide arriva dall’esterno del cervello (proprio con le lipoproteine) e non si forma all’interno di esso. Basandosi questa informazione, il team di Mamo ha fatto esperimenti sui topi scoprendo che i soggetti che producevano più lipoproteina-amiloide nel fegato finivano poi per soffrire di infiammazione al cervello e, conseguentemente, di aumentata morte neuronale e di perdita di memoria.[1]
Se scoperta venisse confermata impatto sarebbe globale
Naturalmente andranno condotti ulteriori studi anche per comprendere l’eventuale parallelismo con gli esseri umani ma se la scoperta venisse confermata potrebbe avere un impatto praticamente globale per decine di milioni di persone.