Ammasso del Trapezio sarà oggetto di studio del telescopio spaziale James Webb

Quattro stelle della nebulosa di Orione riprese dal telescopio spaziale Hubble (credito: Mark McCaughrean (Max-Planck-Institute for Astronomy), C. Robert O’Dell (Rice University) e NASA)

Un vivace ed attivo ammasso stellare, composto da circa un migliaio di giovani stelle tutte “ammassate” in uno spazio di quattro anni luce, che è più o meno lo spazio che ci divide dalla stella a noi più vicina (Alfa Centauri), sarà analizzata dal telescopio spaziale James Webb che dovrebbe essere lanciato entro il 2021.
Lo studio sarà effettuato da un team di astronomi e tecnici guidato da Mark McCaughrean, scienziato esperto di formazione stellare.

L’ammasso si trova nella nebulosa di Orione ed è rappresentato da una regione dove ci sono moltissime stelle giovani con un’età media di circa 1 milione di anni, come spiega lo stesso McCaughrean: “Un milione di anni potrebbe non sembrare molto giovane, ma se il nostro sistema solare fosse una persona di mezza età, le stelle di questo ammasso sarebbero solo neonati di tre o quattro giorni. Quindi ci sono un sacco di cose interessanti che riguardano loro e che oggi non vediamo nelle stelle più vecchie che ci circondano. Siamo molto interessati a capire come si sviluppano le stelle e i loro sistemi planetari nelle primissime fasi”.

La nebulosa di Orione rappresenta la regione di formazione stellare, ossia un’area dello spazio in cui nascono nuove stelle o in cui sono presenti stelle molto giovani, più vicina a noi ed è molto interessante perché è caratterizzata dalla presenza di stelle di varie dimensioni, sia molto grandi che molto piccole.
In particolare il team di astronomi si interesserà a tre fenomeni particolari di questo cluster, denominato Trapezio e distante da noi circa 1600 anni luce: la distribuzione delle masse degli oggetti più giovani, le prime fasi delle formazioni dei pianeti intorno alle stelle più giovani dell’ammasso e il materiale espulso dalle stelle molto giovani sotto forma di getti e deflussi.

Gli astronomi si interesseranno inoltre alle nane brune presenti nell’ammasso e ai cosiddetti “oggetti di massa planetaria fluttuanti”, ossia oggetti della massa di Giove o anche meno che non orbitano intorno ad una stella. In particolare si cercherà di dirimere la questione secondo la quale questi oggetti non si formano così come si formano i pianeti intorno alle stelle con il classico disco protoplanetario.

Approfondimenti

Condividi questo articolo

C’è un errore?

Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!

Disclaimer notizie

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)


Dati articolo