
Un team di ricercatori ha analizzato uno gruppo di stelle dal comportamento insolito che si trovano nel Nuclear Star Cluster (NSC) della Via Lattea. Quest’ultimo è un ammasso stellare compatto e ad alta densità che si trova nel centro della via Lattea e che si crede sia comunque presente nel centro di tutte le galassie.
Gli scienziati dell’Università del Surrey hanno individuato, grazie anche a simulazioni al computer ad alta risoluzione definite come “all’avanguardia” nel comunicato stampa, un gruppo di stelle povere di metalli che girano in rapida rotazione intorno al centro della galassia.
Secondo i ricercatori queste stelle sono quello che rimane di una grossa migrazione di un ammasso stellare formatosi a pochi anni luce di distanza dallo stesso centro. Un secondo approccio teorico, non probabile quanto il primo secondo gli stessi ricercatori, vede queste stelle provenire da una galassia nana originariamente situata a 320.000 anni luce di distanza dal centro galattico.
Quale che sia l’origine di queste stelle a rapida rotazione intorno al centro della nostra galassia, le prove suggeriscono che l’ammasso deve aver raggiunto il centro della via Lattea durante un evento accaduto tra 3 e 5 miliardi di anni fa. La stessa migrazione stellare fu interrotta poi dalle forze di marea dell’NSC.
Secondo Alessia Gualandris, docente di fisica dell’Università del Surrey e una delle autrici principale dello studio, questa scoperta potrebbe rappresentare la prova definitiva del fatto che la via Lattea abbia inglobato, probabilmente più volte, ammassi stellari o addirittura galassie nane nel corso della sua esistenza, almeno ad un livello più grande di quanto già teorizzato in precedenza.
Due studi a riguardo di questa scoperta sono stati pubblicati sull’Astrophysical Journal.
Approfondimenti
- Revealing the Formation of the Milky Way Nuclear Star Cluster via Chemo-dynamical Modeling – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/2041-8213/abb246)
- On the Origin of a Rotating Metal-poor Stellar Population in the Milky Way Nuclear Cluster – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/2041-8213/abb245)
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