
Sappiamo che la Via Lattea si è formata anche grazie alle fusioni con galassie più piccole. È anche per questo che ora ha un diametro di più di 100.000 anni luce e dimensioni relativamente imponenti. Tuttavia anche le galassie più piccole, le cosiddette “galassie nane”, non fanno complimenti in quanto a fusioni con galassie ancora più piccole. È quello che propongono, in una nuova teoria, alcuni ricercatori di istituti italiani ed olandesi in un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy.[1]
Galassie diventano grandi grazie a fusioni
Sul fatto che le galassie più grandi siano diventate più grandi grazie a tramite fusioni di galassie più piccole sono praticamente d’accordo la maggior parte degli scienziati anche grazie a diverse prove ottenute nel corso delle osservazioni effettuate negli ultimi anni con i nuovi osservatori spaziali. Tuttavia nessuno ha mai affrontato la questione relativa al fatto che anche le galassie più piccole possano formarsi allo stesso modo.
Analizzati 11 ammassi globulari della grande nube di Magellano
Per dimostrare che lo stesso discorso vale anche per le galassie nane, i ricercatori hanno analizzato la Grande Nube di Magellano, una galassia “satellite” della Via Lattea molto più piccola. Hanno in particolare indirizzato la propria attenzione sugli ammassi globulari, grossi gruppi di stelle (da migliaia a milioni di unità) che di solito si trovano nelle aree centrali delle galassie e che sono presenti anche nella grande nube di Magellano.
Ammassi globulari hanno composizioni chimiche diverse
Analizzando i dati raccolti dal Very Large Telescope e dal telescopio Magellano, i ricercatori hanno compreso che gli 11 ammassi globulari della Grande Nube di Magellano analizzati avevano composizioni chimiche molto diverse. Per esempio l’ammasso globulare NGC 2005, che contiene circa 200.000 stelle, sembra contenere quantità più piccole di zinco, silicio, rame e calcio rispetto agli altri 10 ammassi.
Ammassi globulari “reliquie” di galassie ancora più piccole
Si tratta di un indizio del fatto che questo ammasso globulare è la “reliquia” di una piccola galassia che, probabilmente miliardi di anni fa, si è fusa con la Grande Nube di Magellano. Durante la fusione la maggior parte delle stelle della piccola galassia si è dispersa nella Grande Nube di Magellano ma il “nocciolo centrale”, l’ammasso globulare NGC 2005, è “sopravvissuto” fino ad oggi.
È il primo studio che mostrano anche le galassie più piccole, almeno quelle vicino alla Via Lattea, si sono formate tramite fusioni con galassie ancora più piccole così come ha fatto la Via Lattea.
Note e approfondimenti
- A relic from a past merger event in the Large Magellanic Cloud | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-021-01493-y)
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