
È la prima analisi seria e dettagliata delle sezioni interne di un pianeta diverso dalla Terra quella eseguita da ricercatori dell’Università di Colonia, Germania, grazie ai dati raccolti dal lander InSight della NASA su Marte. I ricercatori hanno dimostrato che, molto probabilmente, anche il pianeta rosso ha vari strati interni impilati l’uno sull’altro, proprio come all’interno della Terra.
Capire di più riguardo al sottosuolo di Marte
La caratteristica principale della missione InSight della NASA, il cui lander è atterrato su Marte nel novembre dello 2018, era quella di comprendere di più riguardo l’interno del suolo, cosa che è riuscita dato che i primi dati sono arrivati. I dati sono relativi perlopiù ai sofisticatissimi sismometri di cui i lander dispone.
L’interessante studio è pressoché completato e dovrebbe essere presentato durante un meeting virtuale dell’Unione Geofisica Americana il 15 dicembre con la pubblicazione su una rivista peer-reviewed che dovrebbe avvenire solo in seguito.
Analizzate le onde sismologiche sotterranee di Marte
I ricercatori, analizzando le differenze delle onde percepite dai sismometri di InSight, hanno stimato la grandezza del nucleo interno del pianeta e la presenza di un mantello nonché di una crosta superficiale e varie caratteristiche di ognuna di queste sezioni. Questi strati, secondo i ricercatori, testimoniano il fatto che il pianeta era più caldo in precedenza e che si è raffreddato con il passare del tempo, un po’come avvenuto, in tempi remoti, anche per quanto riguarda la Terra.
Crosta di Marte ha più livelli
Hanno scoperto che la crosta superficiale è stratificata in due o tre livelli con uno spessore di può andare da 20 a 37 km, a seconda del numero di livelli. Sulla Terra, per fare una comparazione, lo spessore della crosta superficiale varia da 40 a 50 km sotto i continenti e da 5 a 10 km sotto gli oceani.
Dati più precisi dovrebbero arrivare da InSight durante i prossimi mesi quando arriveranno i dati della cosiddetta “talpa”, uno strumento che sta scavando da mesi letteralmente nel terreno con il fine di raggiungere un certo livello di profondità (si parla comunque di centimetri) e acquisire dati, secondo i ricercatori, importantissimi per misurare il flusso della calore che scorre nel suolo marziano, cosa che rivelerebbe nuove informazioni sulle profondità di Marte, sul suo mantello e sul suo nucleo.
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