
Un nuovo studio sottolinea la pericolosità ambientale dei pozzi che si scavano per ottenere il gas naturale, molto spesso messi in secondo piano, in termini di danni all’ambiente, rispetto ai pozzi petroliferi.
Secondo la ricerca effettuata dagli scienziati guidati da Mark Zondlo, professore di ingegneria civile e ambientale presso l’Università di Princeton, i pozzi utilizzati per estrarre il gas naturale dal sottosuolo perdono quantità massicce di metano. Il gas metano è un conosciuto e potente gas serra.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione studiando le emissioni dei pozzi di gas naturale nella zona del Marcellus Shale, un bacino che va dalla Virginia Occidentale fino allo stato di New York sulla costa atlantica.
Nello studio, pubblicato su Environmental Science and Technology, gli scienziati calcano che “il 10% dei pozzi rappresenta oltre tre quarti di gas fuoriuscito nell’atmosfera come sottoprodotto dell’estrazione”.
Si tratta dello stesso effetto, in termini di emissioni di gas serra, di quello che si può avere con un utilizzo medio di 500.000 auto, ossia il 2% dell’intero parco automobilistico americano, dati che fanno dunque riflettere.
Le perdite di gas nell’aria possono derivare da vari fattori, ad esempio valvole aperte involontariamente oppure intenzionalmente per scaricare la pressione pozzi.
E dato che il gas naturale è composto principalmente da metano, uno dei più potenti gas serra conosciuti, anche una minima perdita rappresenta un grave danno se è continuata nel tempo.
E questo senza calcolare che una perdita di metano rappresenta comunque una perdita economica in quanto gas naturale completamente sprecato.