
Una scoperta importante è stata fatta da un gruppo di astronomi dell’Università dell’Australia Occidentale (UWA): Andromeda, la galassia vicina alla via Lattea (distante poco più di 2 milioni di anni luce), sembra avere la stessa massa della stessa via Lattea. Secondo l’ultimo studio, infatti, la via Lattea e la galassia di Andromeda sarebbero entrambe caratterizzate da un peso di circa 800 miliardi di soli.
Si tratta di una novità in quanto quasi tutte le precedenti stime indicavano che la galassia di Andromeda avesse una massa superiore a quella della via Lattea, contenesse un numero maggiore di stelle e fosse di dimensioni più grandi.
Secondo Prajwal Kafle dell’International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR) dell’UWA l’errore delle precedenti stime è da ricercare nel fatto che gli scienziati hanno sovrastimato la quantità di materia oscura presente in Andromeda: “Esaminando le orbite delle stelle ad alta velocità, abbiamo scoperto che questa galassia ha molto meno materia oscura di quanto si pensasse, e solo un terzo di quello scoperto nelle precedenti osservazioni”, dichiara lo scienziato.
A questo punto Andromeda non può essere più considerata come la “sorella maggiore” della via Lattea come abbiamo sentito dire migliaia di volte da documentari, scienziati e divulgatori vari, un concetto che trasforma di non poco la nostra comprensione della via Lattea stessa e del gruppo locale.
Queste difficoltà nello stimare la massa totale di Andromeda sono ben comprensibili: calcolare la grandezza di una galassia e il numero di stelle (medio) in essa presenti è relativamente “facile”, ma questi risultati non danno un’idea di quanta massa possa esistere in una galassia calcolando che la materia oscura rappresenta la maggior parte della massa stessa. E la massa della materia oscura, come ben si sa, al momento non risulta facilmente calcolabile.
Tuttavia lo scienziato è riuscito ad utilizzare i movimenti delle stelle in Andromeda, attratte dalla stessa materia oscura, per calcolare anche la massa di quest’ultima. Lo scienziato ha utilizzato il concetto della velocità di fuga: tracciando la velocità di fuga delle stelle presenti in Andromeda, si può tentare di calcolare la sua attrazione gravitazionale totale e quindi, alla lunga, anche la sua massa.