
è uno studio molto interessante quello condotto da un team di ricercatori di un istituto australiano. Il risultato rivela che i canguri, i wallaby e altri marsupiali in Australia temono gli esseri umani più di qualsiasi altro predatore. Condotta da Liana Zanette della Western University e dai suoi colleghi, la ricerca mostra che questi animali reagiscono più fortemente alla presenza umana che a minacce come cani, diavoli della Tasmania o lupi.
Risposta alla paura nei marsupiali
Lo studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, [1] ha scoperto che i marsupiali avevano 2,4 volte più probabilità di fuggire quando sentivano voci umane. L’esperimento ha coinvolto telecamere e altoparlanti nascosti nelle foreste di eucalipti della Tasmania, per catturare le reazioni degli animali ai diversi suoni dei predatori.
Implicazioni globali
Questi risultati si basano su ricerche precedenti che mostrano che la fauna selvatica in vari continenti mostra una maggiore paura degli esseri umani che dei predatori tradizionali. Questo fenomeno dei “super predatori” potrebbe avere impatti ecologici significativi, influenzando il comportamento della fauna selvatica e le dinamiche delle popolazioni a livello globale.
Dettagli dell’esperimento
Nel loro esperimento, Zanette e il suo team hanno utilizzato sistemi automatizzati per registrare le risposte dei marsupiali alle voci umane, all’abbaiare dei cani e ad altri suoni dei predatori. I risultati hanno mostrato costantemente un’accresciuta risposta alla paura nei confronti degli esseri umani in tutte le specie marsupiali testate.
Conseguenze ecologiche
Zanette spiega che l’intensa paura degli esseri umani osservata nella fauna selvatica può portare a una riduzione del numero e a comportamenti alterati, con un impatto su interi ecosistemi. La ricerca evidenzia la necessità di considerare la presenza umana nelle strategie di conservazione e gestione della fauna selvatica.