Antenato dei dinosauri-struzzo non poteva beccare: cranio si sarebbe frantumato

Credito: Gluiki, Shutterstock, ID: 461459056

Una scoperta molto interessante sull’effigia (Effigia okeeffeae), un rettile estinto delle dimensioni di un’odierna gazzella vissuto durante il triassico, più di 200 milioni di anni fa è stata fatta da un team di ricercatori di vari istituti.
I ricercatori hanno eseguito nuove analisi di alcuni resti fossili dell’animale, non proprio conservati in maniera esemplare, giungendo alla conclusione che lo stile della sua alimentazione probabilmente era molto diverso rispetto a quanto descritto in precedenza.

Effigia (Effigia okeeffeae)

L’ effigia non era un dinosauro nonostante ci assomigliasse molto. Si può dire che il suo parente odierno più prossimo è il coccodrillo. Il fossile grazie al quale la specie è stata descritta fu ritrovato nel 1948 nel Ghost Ranch, un appezzamento situato nella contea di Rio Arriba, Nuovo Messico.
La vera classificazione, in ogni caso, avvenne solo nel 2006 a causa del fatto che i resti non erano conservati in maniera ottimale.
Tra quelli che possono essere considerati come i parenti più stretti dell’Effigia okeeffeae c’é lo Shuvosaurus inexpectatus, un arcosauro vissuto 215 milioni di anni fa i cui resti furono trovati in Texas.
L’Effigia okeeffeae è ritenuto un antenato dei cosiddetti “dinosauri-struzzo”, ossia gli ornitomimosauri (Ornithomimosauria), apparsi per la prima volta durante il cretaceo inferiore, tra 145 e 100 milioni di anni fa.

Prime ipotesi: si alimentava beccando il terreno?

Inizialmente si è pensato ad uno stile di alimentazione simile a quello dello struzzo moderno. Le analisi del cranio, il corpo molto leggero e il collo allungato sono caratteristiche di un animale come lo struzzo e ciò ha portato a pensare, almeno nel corso delle prime analisi, che l’Effigia okeeffeae avesse uno stile simile a quello degli struzzi che tendono a beccare il terreno quando trovano tracce di cibo.

Nuove scansioni dei resti fossili del cranio

Il nuovo studio, però, si è basato su nuove scansioni TC delle parti fossili del cranio e ha ricostruito, in maniera molto più dettagliata, quella parte del corpo dell’animale. I ricercatori hanno trovato una cavità del cervello più arrotondata e bulbosa. Hanno inoltre descritto mascelle, sia quelle inferiori che quelle superiori, curve e un becco più concavo che si apriva come una cesoia ma che molto probabilmente non produceva un morso molto potente.

Non poteva beccare: cranio si sarebbe frantumato

In base a queste informazioni, e in base ad alcuni modelli al computer che hanno realizzato, i ricercatori sono giunti alla conclusione che l’Effigia okeeffeae non poteva beccare il terreno. Se lo avesse fatto il suo cranio a lungo andare si sarebbe frantumato. Piuttosto usava le sue mascelle arcuate per tagliare nonché rosicchiare la materia vegetale morbida, ad esempio felci o germogli.

Note e approfondimenti

  1. Cranial functional morphology of the pseudosuchian Effigia and implications for its ecological role in the Triassic – Bestwick – – The Anatomical Record – Wiley Online Library (DOI: 10.1002/ar.24827)
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