
Gli antibiotici prescritti dai dentisti statunitensi risulterebbero inutili addirittura più del 80% delle volte secondo una nuova ricerca pubblicata su JAMA Network Open prodotta da un gruppo di ricercatori dell’Oregon State University.
Questi ultimi hanno analizzato i dati appartenenti ad un database con numerose richieste di assistenza sanitaria dentale di cittadini statunitensi.
In totale hanno esaminato 170.000 prescrizioni di antibiotici prodotte da dentisti dal 2011 al 2015 che riguardavano più di 90.000 pazienti con un’età media di 63 anni, il 57% dei quali donne.
Secondo Jessina McGregor, una delle autrici della ricerca, “Gli antibiotici preventivi in questi pazienti procuravano loro dei rischi che superavano i benefici”. Secondo i ricercatori 11.601 delle 13.735 prescrizioni dei dentisti prese in esame non seguiva efficientemente le linee guida.
Tra gli antibiotici non strettamente necessari il farmaco più comune era la clindamicina mentre le protesi articolari erano l’oggetto di azione più comune degli antibiotici prescritti.
“Penso che i dentisti dovrebbero vedere questo studio, che è il primo ad analizzare la prescrizione antibiotica preventiva per le procedure dentali, come un potente invito all’azione, non un rimprovero”, dichiara Susan Rowan dell’Illinois-Chicago college of Dentistry.
Fonti e approfondimenti
- Antibiotics that dentists prescribe are unnecessary 81% of the time, research shows | Oregon State University (IA)
- Assessment of the Appropriateness of Antibiotic Prescriptions for Infection Prophylaxis Before Dental Procedures, 2011 to 2015 | Clinical Pharmacy and Pharmacology | JAMA Network Open | JAMA Network (IA) (DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2019.3909)
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