Secondo un comunicato emesso sul sito della della Michigan Medicine dell’Università del Michigan, quegli anziani che vengono trattati con la terapia di pressione positiva delle vie aeree per contrastare l’apnea ostruttiva del sonno sono soggetti ad una probabilità più bassa di andare incontro al morbo di Alzheimer e ad altre tipologie di demenze. I ricercatori hanno analizzato i dati di più di 50.000 soggetti residenti degli Stati Uniti con un’età pari o superiore ai 65 anni. A tutti i soggetti era stata diagnosticata l’apnea ostruttiva del sonno.
L’apnea ostruttiva del sonno è una patologia che vede le vie aeree superiori non funzionare a dovere in maniera ripetuta nel corso del sonno. Ciò impedisce una respirazione normale ed efficiente.
I ricercatori hanno cercato di capire se quelle persone che avevano usato la terapia con pressione positiva delle vie aeree mostravano probabilità minori di diagnosi di demenza o di decadimento cognitivo lieve nel corso dei tre anni successivi rispetto a quelle persone che invece non erano state sottoposte a terapia con pressione positiva delle vie aeree.
Come spiega Galit Levi Dunietz, un assistente professore di neurologia e di epidemiologia del sonno, nonché autore principale dello studio, è stato trovato un collegamento tra la terapia della pressione positiva delle vie aeree ed un rischio minore di Alzheimer e di altre tipologie di demenza nel corso dei tre anni successivi alla terapia stessa. Ciò suggerisce, secondo il ricercatore, che la pressione positiva delle vie aeree può essere utile per abbassare il rischio di demenza nelle persone con apnea ostruttiva del sonno.