
Uno studio rimarca l’importanza del ruolo dell’apatia per quanto riguarda la demenza. Lo studio, prodotto da Università di Exeter, prende in considerazione uno dei sintomi neuropsichiatraci più caratteristici della demenza e di altri disturbi neurocognitivi.
Molto spesso, l’apatia è sottovalutata e posta in secondo piano per quanto riguarda cure e terapie, differentemente da altri sintomi quali l’aggressività e simili.
L’apatia può essere definita come uno stato dell’animo caratterizzato dalla perdita di interesse per quasi tutto, in special modo tutto ciò che riguarda la vita quotidiana.
In un nuovo studio ha analizzato i dati relativi a 4320 persone malate di Alzheimer, dati presenti in 20 studi precedenti, per comprendere quanto l’apatia fosse comune in questa malattia.
Circa il 45% delle persone analizzate presentava sintomi di apatia e il 20% di essi presentavano apatia persistente del tempo.
Secondo Miguel de Silva Vasconcelos, ricercatore dell’Università di Exeter ed uno degli autori dello studio, si tratta di un sintomo legato alla demenza “sottovalutato e spesso ignorato” nonostante abbia “un enorme impatto sulla qualità della vita delle persone affette da demenza e delle loro famiglie”.
Chi è affetto da apatia grave, per esempio, non solo può accelerare il corso del declino cognitivo e quindi il tasso stesso di mortalità ma può essere un problema enorme anche per le famiglie o per chi si prende cura del soggetto.
Anche secondo Clive Ballard, ricercatore della scuola medica di Exeter, si tratta di un sintomo che “può avere conseguenze devastanti”, che tra l’altro è molto comune nelle persone con demenza.
Lo studio lascia dunque intendere che ci si deve soffermare maggiormente suquesto tipo di sintomo in sede di trattamento e ciò riguarda anche l’assistenza domiciliare o personalizzata.
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