
Il trattamento con un dispositivo di avanzamento mandibolare per l’apnea ostruttiva del sonno che può causare sonnolenza diurna è utile e non è inferiore, a livello qualitativo, alla terapia della pressione positiva delle vie aeree, quella che si effettua con la maschera per il sonno.
È la conclusione a cui è giunto un nuovo studio eseguito da ricercatori dell’Istituto tedesco per la qualità e l’efficienza dell’assistenza sanitaria (IQWiG).
L’apnea ostruttiva del sonno si può verificare quando c’è un restringimento se non un vero e proprio blocco delle vie aeree superiori nel corso del sonno. Di solito è causato dai muscoli delle vie aeree che diventano flaccidi e tendono a restringere le vie respiratorie, soprattutto all’altezza della faringe. Ciò, tra l’altro, provoca anche un forte russamento.
L’apnea ostruttiva notturna, quando è da lieve a moderata, può anche essere trattata con un dispositivo di avanzamento mandibolare. Quest’ultimo vede la collocazione di una stecca di plastica nella bocca, montata da personale qualificato. Questa stecca fa sì che la mascella inferiore sia tenuta un po’ più avanti e ciò mantiene aperte le vie aeree superiori.
Si tratta di un metodo che in molti casi viene preferito dai pazienti rispetto alla pressione positiva delle vie aeree con relativa maschera.
Tuttavia quando mancano i denti o ci sono condizioni come parodontite pronunciata, questo metodo con la stecca di plastica può non risultare più efficiente.
I ricercatori hanno analizzato 18 studi precedenti e sono giunti alla conclusione che, al netto di queste condizioni, non esiste una inferiorità del metodo con il dispositivo di avanzamento mandibolare rispetto al metodo della pressione positiva.