
Una squadra di ricerca inerente al progetto CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research) ha sviluppato un’applicazione per dispositivi mobili che può essere definita rivoluzionaria: l’app riesce a diagnosticare in maniera anche alquanto accurata le malattie delle piante e invia avvisi agli agricoltori tramite SMS.
I dati per identificare le malattie delle piante e soprattutto il livello di conoscenza delle stesse appartengono ovviamente a ricercatori e botanici e non sempre gli agricoltori sono in grado di capire in tempo se la pianta è malata onde mettere in atto le dovute soluzioni.
Si tratta di un problema globale che inficia non solo il livello di produzione del cibo aumentando povertà e fame ma che riguarda anche il miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale nonché delle risorse naturali in generale.
Secondo James Legg dell’Istituto Internazionale di Agricoltura Tropicale (IITA), che guida il progetto con David Hughes, professore associato di entomologia e biologia, bisogna sfruttare il fatto che gli smartphone si stanno diffondendo sempre di più nelle zone più povere del pianeta, soprattutto nell’Africa rurale.
Secondo lo scienziato, i contadini o anche i piccoli proprietari terrieri di queste zone che sembrano abbandonate da tutto e da tutti potranno in effetti, posizionando la fotocamera del proprio smartphone e scattando una fotografia della pianta e interfaccia dandosi con il database on-line dell’applicazione, capire i sintomi della malattia e ad ottenere una diagnosi pressoché istantanea.
L’app sarà in grado di fare da vero consulente erogando tra l’altro varie informazioni riguardo le principali malattie delle piante e i vari parassiti che colpiscono radici, tuberi e vegetali vari.
I ricercatori hanno vinto una borsa di 100.000 $ onde sviluppare l’app ed ampliare il progetto con il fine di aiutare milioni di piccoli contadini in particolar modo in Africa.
Fonti e approfondimenti
- New mobile app diagnoses crop diseases in the field and alerts rural farmers | Penn State University (IA)
- Crediti immagine: International Institute of Tropical Agriculture