
Dubbi riguardanti le oramai diffuse app per la fertilità e la pianificazione della gravidanza sono state esposte in un nuovo studio pubblicato su BMJ Sexual & Reproductive Health. Lo studio rimarca che, nonostante queste applicazioni per dispositivi mobili si stiano diffondendo tantissimo, ancora non ci sono prove reali che funzionino davvero e, soprattutto, fanno notare i ricercatori, non esiste alcun tipo di regolamentazione.
Il comunicato stampa che presenta il nuovo studio fa notare che c’è stato un aumento fortissimo, negli ultimi anni, per quanto riguarda il download e l’utilizzo di app che monitorano i cicli mestruali e in generale aiutano nel capire i periodi di fertilità per rimanere o non rimanere incinta.
Questa notevole diffusione ha sollevato altrettanto notevoli preoccupazioni da parte di medici e operanti del settore riguardo alla loro efficacia nell’essere davvero d’aiuto per le donne nell’evitare le gravidanze.
Lo studio è più che altro una revisione di altri studi precedenti, pubblicati del 2010 il 2019, e si è basato su vari database di ricerca. L’analisi di questi studi suggerisce che non sono state mostrate ancora prove sufficienti per trarre conclusioni certe riguardo all’efficienza di queste app.
“La capacità di prevedere con precisione la finestra fertile è importante, ma la ricerca limitata che esiste sembra indicare che molte delle app più popolari non sono accurate, anche se potrebbero contenere informazioni che supportano la pianificazione della gravidanza o sono commercializzate appositamente per questo scopo. Questo potrebbe essere molto fuorviante per le donne e le coppie che stanno cercando un bambino”, riferiscono i ricercatori che comunque ritengono che ci sia ancora ampio margine per nuove ricerche in futuro, che coinvolgano anche specialisti della fertilità nonché altri professionisti del settore, per capire l’eventuale utilità di questi strumenti digitali oramai disponibili per tutti.
Intanto Diana Mansour, vicepresidente della Facoltà di Salute Sessuale e Riproduttiva (FSRH), dichiara : “L’analisi mostra che le motivazioni delle donne a usare le app per la fertilità sono varie, possono sovrapporsi e cambiare nel tempo. Pertanto, è comprensibile che durante la pandemia COVID-19, le donne possono scegliere di rivolgersi alle app per la fertilità come soluzione logica per evitare consultazioni faccia a faccia”.