Arca di Noè per conservare microbi che vivono nei nostri corpi e preservarne conoscienze

Viene di nuovo proposta l’idea della “arca di Noè microbica”, un dispositivo in cui conservare, senza pericolo che si degradino, buona parte dei microrganismi conosciuti. Un progetto del genere, infatti, potrebbe permettere proteggere la salute degli esseri umani a lungo termine, anche per le generazioni future.

Il progetto prenderà vita come iniziativa di un team di ricercatori dell’Università Rutgers in collaborazione con i ricercatori Karina Xavier e Luís Teixeira dell’Instituto Gulbenkian de Ciência.
Denominato Microbiota Vault,, il “forziere” vedrà unimmenso catalogo interno con varie provette che raccoglieranno milioni di organismi microscopici appartenenti a specie diverse, tra batteri, virus e probabilmente anche funghi patogeni. I ricercatori si concentreranno soprattutto sulla raccolta di microrganismi facenti parte del microbioma umano, ossia quelli che vivono all’interno del nostro corpo.

Si tratta di un’iniziativa globale senza scopo di lucro simile a quella che ha visto la costruzione dello Svalbard Global Seed Vault, attualmente considerabile come la più grande raccolta al mondo di microrganismi, anch’essa creata per mettere al sicuro gli esseri umani in termini di conoscenza di queste specie in caso di catastrofi naturali.

Per il momento è stato proposto lo studio di fattibilità, tra l’altro presente sul sito microbiotavault.org, e si spera che il progetto possa proseguire in una fase pilota.
Lo studio di fattibilità è stato realizzato da due società svizzere indipendenti e supportato da varie istituzioni e università senza scopo di lucro. Lo stesso studio di fattibilità ha rimarcato che il progetto ha un significato molto importante e che il dispositivo di immagazzinamento potrebbe essere collocato in una regione neutra come la Svizzera oppure in Norvegia.

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