Archaeopteryx era capace di volare ma non in maniera continuata

Archaeopteryx (credito: File:Archaeopteryx Philadelphia white background.jpg - Wikimedia Commons, Jim, the Photographer, CC BY-SA 2.0, cropped)

L’Archaeopteryx è un animale estinto, un genere di dinosauro con le ali considerato come il punto di collegamento tra gli antichi dinosauri e gli uccelli moderni (sebbene siano esistiti altri generi di dinosauri con ali simili).
Vissuto nel giurassico superiore, ossia circa 150 milioni di anni fa, ha sempre affascinato gli studiosi in quanto non è mai stato ben compreso se questo animale fosse un dinosauro di terra dotato di ali che si erano appena evolute e che dunque non usava ancora, un vero e proprio uccello oppure una via di mezzo, uno di quegli animali che si dedicano occasionalmente al volo (ad esempio per superare un ostacolo).

Un nuovo studio cerca di dare qualche risposta a queste domande. Pubblicato su Nature Communications, lo studio si è è basato su sull’analisi di un particolare fossile di Archaeopteryx ritrovato nella sud-est della Germania.
Gli scienziati hanno compreso che, sebbene le ali assomigliassero molto a quelle degli odierni uccelli, lei strutture delle spalle degli Archaeopteryx risultavano ancora troppo primitive affinché l’animale potesse fare lunghi voli e, in generale, incompatibile con la moderna concezione del battito delle ali dei normali uccelli. In sostanza, volava ma solo per brevi tratti, probabilmente solo quando era costretto.

È quello che cerca di spiegare il professor Jorge Cubo dell’Università Sorbona di Parigi: “L’architettura trasversale delle ossa degli arti è fortemente influenzata dall’adattamento evolutivo verso la forza ottimale a massa minima e dall’adattamento funzionale alle forze sperimentate durante la vita”.
Fino ad oggi fare analisi su fossili di scheletri di archaeopteryx è sempre stato fortemente scoraggiato per evitare di danneggiare i fossili stessi, considerati preziosissimi. Il nuovo team di ricerca, però, ha utilizzato una nuova tecnica di imaging a raggi X per analizzare sezioni relativamente grandi di campioni di fossili.

Le inquadrature che offre questa tipologia di tecnica sono infatti assolutamente inoffensive Nei confronti delle ossa fossili ma permettono ricostruzioni virtuali in 3D di qualità straordinaria.
“Abbiamo subito notato che le pareti ossee dell’Archaeopteryx erano molto più sottili di quelle dei dinosauri terrestri, ma assomigliavano molto alle ossa di uccelli convenzionali”, dichiara Dennis Voeten, altro autore dello studio, “L’analisi dei dati ha inoltre dimostrato che le ossa di Archaeopteryx si avvicinano maggiormente a quelle di uccelli come i fagiani che occasionalmente usano il volo attivo per attraversare le barriere o schivare i predatori, ma non a quelle per volo e impennata di molti rapaci e alcuni uccelli marini che sono ottimizzato per il volo duraturo.”

Fonti e approfondimenti

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