Area del cervello coinvolta nel movimento utile anche per riconoscere ritmi musicali

Riconoscere il ritmo di una musica non coinvolge solo quelle parti del cervello relegate al suono e all’ascolto ma anche quelle responsabili del movimento. Una ricerca pubblicata sul Journal of Cognitive Neuroscience, infatti, mostra che è questo risultato è stato rilevato tramite esperimenti. Quando questa una speciale area relegata al movimento viene disattivata temporaneamente le persone non riescono più a riconoscere il ritmo di una musica, o meglio i suoi cambiamenti, così facilmente.

Secondo Jessica Ross, neuroscienziata all’Università della California e una delle autrici dello studio, “Quando ascolti un ritmo, stai facendo previsioni su quanto è lungo l’intervallo di tempo tra i battiti e dove questi suoni cadranno”. La parte del cervello dedita a queste “previsioni” utilizza un sistema denominato “timing relativo” per elaborare i suoni ripetitivi.

La scoperta è giunta dopo le sperimentazioni effettuate su 25 adulti sani. A questi ultimi sono stati applicati vari impulsi magnetici in due diverse aree del cervello, la corteccia parietale posteriore e l’area motoria supplementare, in modo che non potessero funzionare correttamente. Mentre ascoltavano la musica, la soppressione dell’area motoria supplementare non risultava un ostacolo per i partecipanti all’esperimento nel riconoscere il ritmo come invece avveniva inibendo la corteccia parietale posteriore. Ciò ha suggerito che la corteccia parietale, un’area del cervello responsabile dei movimenti pianificati, posteriore si rivela necessaria per rilevare i ritmi musicali.

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