
Buona parte degli Stati uniti sud-orientali erano un tempo rappresentati da un vasto altopiano abbastanza simile a quello che caratterizza oggi la regione del Tibet. Questo è il risultato che hanno raggiunto alcuni ricercatori dell’Università del Wyoming guidati da Jay Chapman, professore del Dipartimento di Geologia e Geofisica che ha pubblicato uno studio sulla rivista Geology lavorando insieme allo studente Roy Greig.
Secondo i ricercatori, la crosta dell’Arizona meridionale un tempo, durante il periodo che va dal tardo cretaceo fino all’inizio del paleogene, ossia tra 80 e 50 milioni di anni fa, aveva uno spessore di circa 60 km, due volte più spessa di quanto e oggi.
Ciò è dovuto al magma che, proprio durante il processo di formazione delle antiche montagne, si “intromise” nella crosta formando dure rocce. Lo stesso magma, come spiegano i ricercatori, subì poi una pressione estrema a causa del peso di tutte le rocce che lo sovrastavano, cambiamenti che sono avvertibili nelle tipologie e nella chimica dei minerali che oggi formano quelle stesse rocce e che i ricercatori hanno analizzato.
Durante questo periodo, la regione dell’Arizona, oggi conosciuta come un’area fatta perlopiù di caldi deserti con i punti più elevati abbastanza bassi, era rappresentata da altopiani e montagne alte anche più di 3000 metri, un paesaggio che assomigliava all’odierno altopiano tibetano oppure a quello delle Ande nel Sudamerica, come spiega Chapman.
“La crosta terrestre galleggia nel mantello proprio come un iceberg galleggia nell’acqua, con un po’ di sporgenza sopra la superficie”, riferisce nel comunicato stampa Chapman. “Quando la crosta è più spessa, l’altezza delle montagne e l’elevazione della superficie terrestre sono più alte, proprio come l’altezza di un iceberg che fuoriesce dall’acqua è più alta se l’iceberg complessivo è più grande.”