Arrestare espansione dei campi coltivati consentirebbe assorbimento di tantissima CO2

Prendersi cura del suolo potrebbe rivelarsi una delle soluzioni più efficienti per limitare la presenza dell’atmosfera di CO2 secondo un nuovo studio apparso su Nature Sustainability. I ricercatori hanno inteso comprendere in maniera più approfondita come il suolo “sequestra” il carbonio presente nell’aria e hanno scoperto che questo processo è molto efficiente, più di quanto pensato o calcolato in precedenza.

Il ripristino e la protezione dei terreni mondiali potrebbero provocare l’assorbimento di più di cinque miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, ossia la quantità che emettono gli Stati Uniti ogni anno.
E non si tratterebbe neanche di un compito così oneroso tanto che anche la terminologia “prendersi cura” non è del tutto corretta: basterebbe lasciare intaccato il suolo libero esistente, sostanzialmente non espandere ulteriormente la superficie coltivata in tutto il mondo.

In questo modo il potenziale per il sequestro di anidride carbonica dall’aria sarebbe di 23,8 giga tonnellate di CO2 all’anno. Il 40% di questa quantità potrebbe essere ottenuta semplicemente non espandendo le aree coltivate.
Rallentare l’espansione dell’agricoltura, fino ad arrivare ad un arresto della stessa espansione, si rivelerebbe una strategia molto importante in tal senso, riferisce alla AFP Deborah Bossio, autrice principale dello studio e una delle responsabili di The Nature Conservancy, un’organizzazione per la conservazione dell’ambiente.

Inoltre la mancata espansione delle aree coltivate potrebbe portare ad una migliore qualità dell’acqua e ad una maggiore resilienza delle stesse colture.

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