
Sperimentazioni cliniche di fase III riguardanti un nuovo farmaco per trattare l’artrite reumatoide fanno ben sperare secondo quanto rivela un comunicato emesso oggi dalla MedUni di Vienna.[1] I risultati di queste sperimentazioni vengono riportati in uno studio apparso sul New England Journal of Medicine.[2]
Olokizumab
Come rivela lo stesso comunicato, al momento una delle opzioni maggiormente scelte per trattare l’artrite reumatoide è un mix dei farmaci adalimumab e metotrexato per i pazienti che non rispondono in maniera adeguata ad una fase iniziale con il solo metotrexato. Tuttavia il 25% dei pazienti persiste nel non rispondere adeguatamente anche con questo mix. I ricercatori dell’Università medica di Vienna (MedUni) stanno sperimentando un nuovo farmaco denominato olokizumab. Si tratta di un anticorpo monoclonale che agisce direttamente sulla citochina interleuchina-6.[1]
Citochina interleuchina-6
La citochina interleuchina-6 è una molecola messaggera che “innesca” le risposte a livello infiammatorio e che ha un ruolo per quanto riguarda l’avanzamento del danno alle articolazioni nella collisione dell’artrite reumatoide, come spiega il comunicato.[1]
La sperimentazione di fase III
La sperimentazione di fase III ha visto i ricercatori usare l’olokizumab su più di 1600 volontari. L’olokizumab è stato usato in combinazione con il metotrexato. I ricercatori dividevano i partecipanti tre gruppi: al primo veniva somministrato olokizumab più metotrexato, al secondo adalimumab più metotrexato, il terzo era il gruppo di controllo (somministrata sostanza placebo).[1]
I risultati
I risultati li spiega Josef Smolen, ricercatore della Divisione di Reumatologia della MedUni: l’olokizumab sembra agire su quei pazienti per i quali sono falliti i trattamenti precedenti con il metotrexato. In particolare il farmaco sembra aiutare i pazienti a raggiungere quella fase di “bassa attività della malattia” che poi è l’obiettivo terapeutico principale di trattamenti del genere, come spiega Smolen. In un paziente su otto si aveva una “remissione” e una scomparsa dei sintomi della malattia attiva. “Questa nuova terapia amplierà significativamente la gamma di opzioni di trattamento”, spiega Smolen. L’olokizumab potrebbe essere approvato nell’Unione Europea e negli Stati Uniti già l’anno prossimo.[1]