
Imperial College London)
Destino volle che l’asteroide che 66 milioni di anni fa colpì la Terra, e tra l’altro provocò l’estinzione dei dinosauri, sia avvicinò al nostro pianeta con l’angolazione più “mortale” possibile secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Imperial College di Londra.
Le simulazioni che i ricercatori hanno creato mostrano infatti che quell’asteroide colpì la terra, al largo della costa del Messico, con un’angolazione vicina ai 60 gradi.
Con un’angolazione del genere, molto ripida rispetto all’orizzonte, l’asteroide si avvicinò alla superficie da nord-est e provocò l’espulsione di una enorme quantità di detriti e gas riversatasi nell’atmosfera superiore, quella che sostanzialmente fu l’artefice del cambiamento del clima mondiale.
L’impatto, infatti, provocò lo spostamento dei miliardi di tonnellate di zolfo negli strati superiori dell’atmosfera creando una sorta di “muro” che bloccò la luce del Sole e scatenò una sorta di “inverno nucleare”. Fu infatti questo inverno nucleare a decretare le estinzioni di massa e non l’impatto in sé.
Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno eseguito complesse simulazioni computerizzate in 3D utilizzando vari dati geofisici prelevati dal sito dell’impatto, oggi conosciuto come Chicxulub, un cratere con un diametro di più di 200 km per metà situato nel mare e per metà sulla terraferma messicana.
Tra questi dati ci sono anche quelli di una recente spedizione prelevati grazie ad una perforazione nel cratere che ha portato in superficie rocce contenenti prove molto importanti dell’impatto.
Per eseguire le simulazioni i ricercatori hanno utilizzato il supercomputer Chicxulub dello Science and Technology Facilities Council (STFC).
“Per i dinosauri, lo scenario peggiore è esattamente quello che è successo. Lo sciopero degli asteroidi ha scatenato nell’atmosfera un’incredibile quantità di gas che cambiano il clima, innescando una catena di eventi che hanno portato all’estinzione dei dinosauri, il che è stato probabilmente aggravato dal fatto che ha colpito con una delle angolazioni più mortali possibili”, spiega Gareth Collins, ricercatore dell’Imperial e uno degli autori dello studio.
I ricercatori dell’Imperial hanno collaborato con colleghi dell’Università di Friburgo e dell’Università del Texas ad Austin. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Approfondimenti
- A steeply-inclined trajectory for the Chicxulub impact | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-020-15269-x)