
Nel corso degli ultimi mesi le notizie riguardo gli asteroidi che si avvicinano alla Terra, nella stragrande maggioranza dei casi senza rappresentare un vero pericolo, sono diventate tantissimo e cio è da ricondurre al fatto che le nuove tecnologie e il miglioramento dei telescopi utilizzati per osservarli stanno avanzando sempre di più.
Avvicinamento dell’asteroide 2004 UE
Un altro avvicinamento avverrà il 13 novembre quando l’asteroide 2004 UE, del diametro di circa 160 metri, si avvicinerà nostro pianeta ad una distanza di 0,02 unità astronomiche, poco più di 30 distanze lunari.
Scoperto nel contesto del progetto LINEAR nel 2004, l’asteroide 2004 UE ha un periodo di rotazione di 5,6 ore e dovrebbe avere una forma allungata.[1]
Near-Earth object (NEO)
L’asteroide è stato classificato come un near-Earth object (NEO) in quanto la sua orbita attraversa quella della Terra, il suo avvicinamento massimo al Sole è più basso di 1,3 unità astronomiche e la sua ampiezza stimata è maggiore di 140 metri. Come le scoperte nel corso degli ultimi mesi e degli ultimi anni hanno dimostrato, in particolare da quando è stato avviato il progetto NEO della NASA, l’approccio di asteroidi, anche così grandi, che si avvicinano ad una certa distanza dalla Terra sembra accadere frequentemente, probabilmente più di quanto calcolato negli anni precedenti dagli scienziati.
Orbita degli asteroidi in alcuni casi può cambiare
Quello che interessa agli scienziati che seguono asteroidi potenzialmente pericolosi è l’orbita di questi oggetti che, sebbene sia spesso calcolabile molto precisamente, almeno per i decenni a seguire l’individuazione, in alcuni casi può cambiare. Si crede che anche lo stesso avvicinamento alla Terra possa essere in alcuni particolari casi fonte di questo cambiamento per ragioni gravitazionali. Tutti fattori e fenomeni che, possibilmente, vorremmo capire in anticipo e non “all’ultimo momento”.
Preavviso di almeno 5-10 anni
Inoltre, come spiega un comunicato dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign,[2] dopo già un centinaio di anni dall’individuazione il calcolo dell’orbita di un asteroide inizia non diventare più così preciso. L’importante è avere un preavviso: se questo è di circa 5-10 anni, in futuro non dovrebbe essere un problema particolare deviare un asteroide dalle dimensioni contenute.
A tal proposito la NASA sta organizzando anche la missione Double Asteroid Redirection Test, o DART, che vedrà il lancio di una navicella che si abbatterà su un asteroide in modo che gli scienziati possano capire come l’impatto possa modificare la sua orbita.
Non è dunque una questione di se, ma di quando
Anche se per i prossimi 100 anni l’impatto di un asteroide di queste dimensioni può praticamente essere escluso, per mere ragioni di probabilità, ciò non vuol dire che non verremo mai colpiti da un asteroide. Anzi dato che la Terra è stata sempre colpita da questi pezzi di roccia vaganti, non è dunque una questione di se, ma di quando, come spiega sul sito dell’università americana l’astronomo Leslie Looney.