Astrociti aiutano virus dell’HIV a diffondersi dal cervello al resto del corpo

Infezione da HIV delle cellule T CD4 + nel cervello del topo (credito: Al-Harthi et al. (2020))

Gli astrociti, una tipologia di cellula cerebrale, possono ospitare il virus dell’HIV e possono aiutare quest’ultimo nel diffondersi nel corpo tramite le cellule immunitarie che transitano proprio dal cervello e arrivano verso altre aree ed organi del corpo.
È l’interessante scoperta fatta da un gruppo di ricercatori del del Rush University Medical Center di Chicago che hanno pubblicato i propri risultati su PLOS Pathogens.

I ricercatori hanno notato che i virus dell’HIV si spostava dal cervello con questo metodo anche quando erano in corso gli effetti della terapia antiretrovirale di combinazione (cART), la terapia standard per l’HIV.
Il cervello svolge dunque un ruolo importante perché può essere considerato come un “serbatoio dell’HIV in grado di reinfettare gli organi periferici con il virus”, come spiega Jeymohan Joseph, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Salute Mentale del NIH che si è interessato a finanziare lo studio.

Queste conclusioni stanno anche a significare che per poter sradicare definitivamente il virus dell’HIV dal corpo bisogna prendere in forte considerazione anche il sistema nervoso centrale.
Tra l’altro queste conclusioni spiegherebbero anche perché molte persone che assumono i farmaci antiretrovirali per l’Hiv sembrano mostrare anche disturbi neurocognitivi tra cui problemi di pensiero e di memoria. Non è una novità che l’HIV interagisca anche con il cervello ma il rapporto tra l’effetto che il virus può avere e le cellule cerebrali infettate non è ancora chiarissimo.

I ricercatori hanno effettuato esperimenti trapiantando astrociti umani infettati da HIV nel cervello dei topi immunodeficienti scoprendo che proprio gli astrociti facevano diffondere meglio il virus facendolo migrare dal cervello nel resto del corpo, tra cui aree come la milza e i linfonodi.
“Il nostro studio dimostra che l’HIV nel cervello non è intrappolato nel cervello: può e si sposta negli organi periferici attraverso il traffico di leucociti”, spiega Lena Al-Harthi, una delle scienziate a capo del team che ha fatto la scoperta. “Fa anche luce sul ruolo degli astrociti nel supportare la replicazione dell’HIV nel cervello, anche durante la terapia con cART”.

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