
Le ragazze che praticano sport a scuola durante la mezza infanzia mostrano comportamenti e livelli di attenzione migliorati poi nel corso della prima adolescenza. È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Preventative Medicine. Secondo Linda Pagani, professoressa dell’Università di Montreal, l’autrice dello studio, quelle bambine che praticano attività sportive durante l’età compresa tra i sei e i 10 anni mostrano probabilità più scarse di andare incontro a disturbi da deficit di attenzione o iperattività (ADHD) poi all’età di 12 anni rispetto a quelle ragazze che non praticano sport o più raramente.
La ricercatrice ammette inoltre di non aver trovato lo stesso risultato per quanto riguarda i ragazzi, cosa che riferisce come “sorprendente”: “I ragazzi non sembrano trarre alcun beneficio comportamentale dal coinvolgimento prolungato nello sport durante la mezza infanzia”.
Questo studio, tra le altre cose, conferma il fatto che i ragazzi e le ragazze possono presentare modalità diverse per quanto riguarda i sintomi dell’ADHD.
Secondo i ricercatori, lo sport è di aiuto per i bambini per quanto riguarda lo sviluppo di abilità che poi saranno utili per la vita, ad esempio quelle per avere relazioni con i coetanei oltre che con gli adulti.
“Quindi, da una prospettiva di salute pubblica, lo sport extracurricolare ha il potenziale per essere un approccio positivo, non stigmatizzante e coinvolgente per promuovere il benessere psicologico e potrebbe quindi essere visto come terapia comportamentale per i giovani con ADHD”, riferisce ancora la ricercatrice sottolineando quanto lo sport per i bambini sia molto prezioso e vantaggioso, soprattutto se si inizia nel corso della prima infanzia.