Consorzi di batteri vivi, denominati chiamati GUT-103 e GUT-108 e sviluppati dalla Gusto Global, una società biotecnologica, potrebbero rivelarsi utili per contrastare i problemi del microbioma intestinale squilibrato nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale secondo nuovo studio apparso su Nature Communications.[1]
Negli esperimenti sui topi questo trattamento preveniva e trattava la colite immuno-mediata cronica come riferito in un comunicato dell’University of North Carolina Health Care.[1]
Secondo gli stessi ricercatori si tratta di risultati incoraggianti per quanto riguarda futuri trattamenti del morbo di Crohn e della colite ulcerosa.[1]
Secondo quanto spiega Balfour Sartor, professore di medicina, microbiologia e immunologia alla suddetta università e uno degli autori principali dello studio, questa scoperta potrebbe permettere di ripristinare quelle che sono le normali funzioni dei batteri “buoni” anche nell’intestino umano ma lo si potrebbe fare prendendo di mira la stessa fonte della malattia infiammatoria intestinale e non i suoi sintomi con immunosoppressori tradizionali. Questi ultimi, infatti, sono farmaci che possono passare anche gravi effetti collaterali, come dichiara lo stesso Sartor.[1]
Il consorzio di batteri GUT-103 è fatto da 17 ceppi che si proteggono e si nutriscono a vicenda. GUT-108 rappresenta invece una versione più raffinata e contiene altri batteri relativi a 17 ceppi. Somministrati per via orale ai topi privi di germi tre volte alla settimana, questi gruppi di batteri restavano nel colon per lunghi periodi di tempo, diversamente da come fanno molti probiotici che di solito restano solo temporaneamente.
I batteri, invece che prendere di mira le citochine per bloccare le infiammazioni causate da sistema immunitario, invertivano la stessa infiammazione rivolgendosi a “bersagli a monte”. Gli stessi batteri buoni riducevano anche i batteri patogeni e producevano metaboliti utili per la guarigione della mucosa e per le risposte immunoregolatrici: “In poche parole: il trattamento ha aumentato i buoni e diminuito i cattivi”, spiega Sartor.[1]