I batteri della tubercolosi bovina possono sopravvivere e addirittura crescere all’interno di piccoli organismi monocellulari che si possono trovare nel suolo o nello sterco stesso secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università del Surrey e dell’Università di Ginevra.
Questi organismi monocellulari, conosciuti come amebe, sarebbero stati habitat ideali fin da sempre per questo batterio tanto che sembra si sia voluto proprio per crescere in queste condizioni.
Con il tempo il batterio stesso è poi progredito e si è evoluto per infettare i grandi animali, tra cui il bestiame, e per causare la tubercolosi bovina.
Il batterio analizzato dai ricercatori è il Mycobacterium bovis, un batterio che può causare la tubercolosi bovina. La scoperta è stata effettuata tramite esperimenti in laboratorio: i ricercatori hanno iniettato questo batterio in delle amebe denominate Dictyostelium discoideum.
A differenza di quanto avveniva con altri batteri, che venivano digeriti e in generale utilizzati come fonti di cibo, con i Mycobacterium bovis queste amebe sembravano fornire loro una sorta di habitat. Il batterio non solo rimaneva illeso ma continuava a sopravvivere per giorni.
Inoltre i ricercatori notavano che i batteri, una volta all’interno delle amebe, utilizzavano particolari geni che di solito usano per evitare di essere uccisi dalle cellule immunitarie degli animali grandi che infettano. Usava questi geni per non essere digerito dalle amebe.
All’interno delle amebe, il batterio, sebbene più lentamente, continuava a crescere e poteva replicassi anche a temperature di 25° centigradi, cosa che ha sorpreso i ricercatori in quanto si credeva che il batterio della tubercolosi bovina potesse riprodursi solo a temperature di almeno 37° centigradi.
Queste scoperte potranno forse aiutare a contrastare la tubercolosi bovina, una malattia che infetta il bestiame e che può quindi rappresentare un problema non da poco per tutto il comparto dell’allevamento.