Un gruppo di ricercatori dell’Empa e dell’ETH Zürich stanno analizzando varie metodologie per realizzare batterie a basso costo con grafite di scarto.
L’obiettivo finale è quello di realizzare una batteria con quegli elementi che possono essere considerati come i più comuni presenti sulla costa terrestre, ossia l’alluminio e il magnesio. Questi metalli, soprattutto rispetto al litio, offrono una maggiore sicurezza (in varie condizioni quelle al litio, infatti, possono infiammarsi).
Tuttavia, onde far funzionare la batteria, il liquido che funge da elettrolita deve essere costituita da uno speciale materiale che vanta particolari ioni i quali non si cristallizzano a temperatura ambiente. Alla ricerca di un materiale catodico adatto, i ricercatori hanno lavorato sul principio della batteria agli ioni di litio a testa in giù.
In questa nuova batteria, la grafite viene utilizzata come catodo, ossia come polo positivo, al contrario delle batterie al litio tradizionali in cui viene utilizzato come anodo, ossia come polo negativo.
Nel cercare la grafite giusta, il team ha poi scoperto che quella maggiormente adatta era quella di scarto, ossia quella prodotta nelle lavorazioni dell’acciaio, denominata anche grafite kish.
Secondo Kostiantyn Kravchyk, uno dei ricercatori impegnati nel progetto, “La batteria con catodo di grafite e di cloruro di alluminio può durare decenni in uso domestico”.