
Rilevare il batterio Escherichia coli nell’acqua è un processo lungo dato che una volta raccolta l’acqua si deve portare in laboratorio per analizzarla. E, in molte aree del mondo, un processo del genere può risultare proibitivo se non impossibile.
Un gruppo di ricerca, tramite uno studio pubblicato su The Royal Society of Chemistry, annuncia che è possibile semplificare di molto questo processo utilizzando un batteriofago, ossia un virus geneticamente modificato che può sfruttare, per i propri processi, proprio i batteri.
Secondo Sam Nugen, professore associato della Cornell University in scienze alimentari ed uno degli autori della ricerca, è possibile fornire un’analisi di rilevamento di batteri a basso costo anche per l’utilizzo sul campo e quindi senza il passaggio in laboratorio utilizzando il batteriofago T7NLC il quale trasporta un gene per un enzima NLuc luciferasi.
La luciferasi è fusa con un legante di carboidrati (zucchero): in questo modo, quando il batteriofago trova l’Escherichia coli in un liquido, inizia l’infezione con la produzione in massa dell’enzima di fusione. L’enzima stesso si attacca alle fibre di cellulosa diventando luminescente.
Ciò significa che il batteriofago funge da vero e proprio indicatore, determinando la presenza dell’Escherichia coli e quindi la non potabilità dell’acqua, il tutto in poche ore.
E non solo, il batteriofago lisizza (rompe) il batterio, rilasciando l’enzima e altri fagi per attaccare altri E. coli, come descrive lo stesso Nugen nell’articolo di presentazione dello studio sul sito della Cornell.
Fonti e approfondimenti
- Viruses discern, destroy E. coli in drinking water | Cornell Chronicle (IA)
- Reporter bacteriophage T7NLC utilizes a novel NanoLuc::CBM fusion for the ultrasensitive detection of Escherichia coli in water – Analyst (RSC Publishing) (DOI: 10.1039/C8AN00781K) (IA)
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