
Nel tentativo di contrastare l’abitudine da parte dei medici di eseguire “iperdiagnosi” e di assegnare ai pazienti trattamenti antibiotici non necessari, le linee guida americane riguardo alla batteriuria asintomatica (ASB), un’infezione delle vie urinarie, sono state aggiornate.
Tali linee guida vengono rilasciate dalla Infectious Diseases Society of America (IDSA) e sono state pubblicate su Clinical Infectious Diseases.
Secondo le nuove linee guida, la presenza di batteri nelle urine non può significare automaticamente che ci sia un’infezione. Abusi di antibiotici, infatti, potrebbero anche peggiorare la situazione proponendo e intensificando la resistenza degli stessi batteri.
Secondo le nuove linee guida, gli screening di determinate tipologie di pazienti risultano troppo comuni e i relativi trattamenti vengono portati avanti in maniera troppo semplicistica. Ciò porta a prescrizioni inappropriate di antibiotici che potrebbero peggiorare la situazione soprattutto contribuendo all’ampliarsi di altre gravi infezioni come quelle del batterio Clostridioides difficile.
Secondo l’abstract dello studio, il test o il trattamento per la batteriuria asintomatica non è raccomandato per donne sane, donne o uomini anziani, persone con diabete, con cateteri permanenti o con lesioni del midollo spinale.
A queste tipologie di pazienti le raccomandazioni aggiornate aggiungono neonati e bambini, persone che hanno subito interventi chirurgici non urologici o relativi alla sostituzione di articolazioni e quelli che hanno subito trapianti di organi.
Secondo Lindsay E. Nicolle, presidente del comitato che ha sviluppato queste linee guida, i medici non dovrebbero richiedere urinocolture a meno che i pazienti non mostrino sintomi compatibili con un’infezione, ad esempio bruciore durante la menzione, minzione frequente, dolore addominale o dolori alla schiena nella zona delle costole inferiori.