
Nuove bende per le ferite del corpo umano fatte di nanofibre che contengono anche componenti organici provenienti dal sangue umano sono state sviluppate da un gruppo di scienziati dell’Università Nazionale di Scienze e Tecnologia (NUST MISIS) di Mosca, Russia. Il materiale di base è fatto di fibre di polycaprolactone (PCL).
Le particolari fibre aumentano la crescita delle cellule dei tessuti andando dunque a velocizzare la rigenerazione dei tessuti intorno alla ferita e diminuendo gli effetti di eventuali cicatrici.
Le cicatrici stesse rappresentano uno dei principali difetti estetici a seguito di una ferita, di un’operazione chirurgica o di un’ustione. Il tessuto che va a comporre le cicatrici è principalmente composto da collagene irreversibile e differisce, esteticamente, dal tessuto sano che la circonda.
Gli scienziati della NUST MISIS hanno quindi pensato bene di utilizzare bende multistrato biodegradabili coadiuvate da pellicole bioattive con effetto antibatterico e antinfiammatorio (quest’ultimo effetto è ottenuto con nanoparticelle d’argento oppure con antibiotici aggiunti) e con effetti curativi (ottenuti dalla plasma sanguigno aggiunto).
La caratteristica principale è probabilmente quella più vantaggiosa è relativa però al fatto che queste bende non si devono togliere o sostituire, una fase che comporta non poco dolore al paziente oltre che ulteriori visite mediche e perdite di tempo. Dopo un po’ di tempo, infatti, le bende si dissolvono da sole grazie al fatto che sono composte da fibre biodegradabili e questa “dissolvenza” avviene senza alcun effetto collaterale o dannoso per il paziente.
Secondo Elizabeth Permyakova, una delle scienziate coinvolte nel progetto, il gruppo di ricerca è stato in grado “di creare uno strato stabile contenente componenti del plasma sanguigno (fattori di crescita, fibrinogeni e altre importanti proteine che promuovono la crescita cellulare) su una base di polycaprolactone. Le fibre di base sono state sintetizzate mediante elettroformatura. Con l’aiuto del trattamento al plasma, per aumentare le proprietà idrofile del materiale, è stato poi applicato uno strato polimerico contenente gruppi carbossilici sulla superficie, il cui strato risultante è stato arricchito con componenti antibatterici e proteici”.