
Il bilinguismo, ossia il saper comprendere e parlare due lingue contemporaneamente, può agire per contrastare la demenza secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Universitat Pompeu Fabra, Barcelona insieme ai colleghi di altre istituzioni spagnole.
I ricercatori hanno analizzato più di 100 pazienti bilingue o monolingue con lievi deficit cognitivi con un’età media di 73 anni. I soggetti parlavano sia lo spagnolo che il catalano.
Secondo César Ávila, uno degli autori dello studio, l’utilizzo alternativo di queste due lingue contemporaneamente a livello cognitivo è complesso proprio perché ci sono molte somiglianze tra loro e quindi bisogna essere più vigili e più attenti per non confondersi.
Dopo aver seguito l’evoluzione dei pazienti durante sette mesi, i ricercatori scoprivano che quelli bilingue mostravano una perdita minore del volume del cervello mantenendo in generale migliori capacità cognitive.
Secondo i ricercatori “esiste una riserva cognitiva del bilinguismo” e questo meccanismo esiste grazie alle stimolazione cognitiva che è favorita dall’alternanza tra l’utilizzo tra una lingua e l’altra.
Si tratta di risultati interessanti, a detta degli stessi autori, perché è uno dei primi studi che mostra la possibilità che esista in effetti una sorta di protezione da parte del bilinguismo contro la demenza e che ne spiega il meccanismo.
Le possibilità di terapie per stimolare a livello cognitivo i pazienti che soffrono di demenza tramite esercizi pratici nell’utilizzo di lingue diverse diventano ora dunque più concrete.
Approfondimenti
- Bilingualism acts as a cognitive reserve factor against dementia – Archive – News archive (UPF) (IA)
- A cross-sectional and longitudinal study on the protective effect of bilingualism against dementia using brain atrophy and cognitive measures | Alzheimer’s Research & Therapy | Full Text (IA) (DOI: 10.1186/s13195-020-0581-1)