
Non sono pochi i laboratori nel mondo che stanno cercando di produrre bioplastiche sempre più efficienti ma pochi di essi stanno tentando di utilizzare i rifiuti per trovare gli “ingredienti” di base.
Produrre, per esempio, bioplastiche economicamente efficienti utilizzando i rifiuti alimentari significherebbe, come si suol dire, prendere due piccioni con una fava.
È proprio quello che stanno tentando di fare alcuni ricercatori dell’Università di Canterbury i quali hanno creato un nuovo tipo di conversione catalitica, secondo loro efficiente, per trasformare i rifiuti alimentari in componenti chimici preziosi quali possono poi essere utilizzati per produrre la bioplastica.
In collaborazione con il Politecnico di Hong Kong, Alex Yip sta infatti progettando un nuovo catalizzatore per raggiungere proprio questo obiettivo e il risultato che ha raggiunto, almeno per adesso, è stato quello di dimostrare che il concetto è fattibile.
Nello specifico il ricercatore, insieme al suo team, è riuscito ad estrarre tre componenti chimici chiave, tra cui l’acido polilattico e il 5-HMF, un composto organico, che permettono la realizzazione di bioplastiche sostenibili con varie proprietà simili alla plastica.
Questa nuova bio plastica sarebbe riciclabile al 100% oppure completamente biodegradabile. Potrebbe essere utilizzata soprattutto per imballaggi e contenitori di alimenti.
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