
Una biosensore che in maniera relativamente rapida rileva anche le piccole quantità di salmonella negli alimenti è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Missuori.
Si tratta di un dispositivo pensato soprattutto per i produttori di alimenti onde individuare tracce di salmonella nella maniera più efficiente possibile.
Attualmente i test che si usano per capire se c’è della salmonella nei cibi si rifanno alla cottura di campioni oppure all’estrazione del DNA onde capire la presenza degli agenti patogeni.
Si tratta di metodi accurati ma che purtroppo fanno perdere molto tempo (da uno a cinque giorni), come sottolinea Mahmoud Almasri, professore di ingegneria elettrica e informatica del College of Engineering della suddetta università, nonché uno degli autori dello studio.
Il biosensore microfluidico basato sull’impedenza usa uno specifico fluido che può essere mischiato con il cibo per rilevare la presenza dei batteri della salmonella, in primis di quelli della salmonella B e D, e ciò sia in alimenti crudi che in alimenti già pronti.
In poche ore, la durata del turno di un lavoratore come è sottolineato anche nel comunicato stampa, è possibile conoscere la presenza di batteri nocivi.
“Il nostro dispositivo consentirà di controllare e verificare che i prodotti alimentari siano sicuri per i consumatori e di ridurre la quantità di richiami alimentari che si verificano”, dichiara Shuping Zhang, professore alla Veterinary Medical Diagnostic Laboratory dell’Università americana e altro autore dello studio.
Approfondimenti
- MU News Bureau | MU News Bureau (IA)
- A microfluidic based biosensor for rapid detection of Salmonella in food products (IA) (DOI: 10.1371/journal.pone.0216873)
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