Broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles si rivelano utilissimi, quando inseriti in una dieta, per contrastare i rischi di malattie dei vasi sanguigni, soprattutto nelle donne più anziane. È di questo parere un team di ricercatori che ha pubblicato lo studio sul British Journal of Nutrition.
I ricercatori hanno analizzato uno studio di coorte contenente i dati di 684 donne più anziane provenienti dall’Australia Occidentale. I ricercatori scoprivano che quei soggetti che assumevano, tramite la propria dieta, una maggiore quantità di verdure crucifere mostravano probabilità più basse di incorrere in condizioni di accumulo di calcio sull’aorta.
Quest’ultima condizione è considerata come un marcatore chiave per la malattia dei vasi sanguigni. Quest’ultima a sua volta è una condizione che vede il restringimento nonché l’indurimento delle arterie e delle vene causati dall’accumulo di deposito di grasso negli stessi vasi sanguigni. Nei casi più gravi, il flusso sanguigno diventa troppo ridotto e ciò può portare ad infarto, ictus o insufficienza cardiaca e quindi alla morte.
Secondo quanto spiega Lauren Blekkenhorst, la ricercatrice che ha condotto lo studio, le donne anziane che consumano più verdure crucifere, praticamente quelle che ne mangiano almeno una porzione ogni giorno, mostrano possibilità di incorrere in un livello minore di calcificazione dell’aorta. Questo perché in queste verdure c’è molta vitamina K, una vitamina che contrasta il processo stesso di calcificazione dei vasi sanguigni.
Nello specifico i ricercatori si accorgevano che le donne che mangiavano più di 45 g di verdure crucifere al giorno, mostravano il 46% di probabilità in meno di incorrere in accumulo di calcio nell’aorta rispetto ai soggetti che ne consumavano più poca oppure nessuna.
“Questo non vuol dire che le uniche verdure che dovremmo mangiare siano broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles. Dovremmo mangiare un’ampia varietà di verdure ogni giorno per una buona salute e benessere generale”, spiega ancora ricercatrice della Edith Cowan University (ECU) che ha collaborato con ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale.