Buchi neri erranti che vagano per la via Lattea: telescopio Gaia potrebbe scoprirli?

Credito: Placidplace, Pixabay, ID: 7274092

I buchi neri “canaglia”, ossia quei buchi neri che vagano per la nostra galassia senza avere praticamente nulla intorno e che quindi sostanzialmente non sono individuabili, sono stati oggetto di un nuovo studio. Non siamo sicuri di quanto questi buchi neri possano essere rari proprio perché, non emettendo luce e non agendo gravitazionalmente su nulla, non possiamo individuarli e quindi non possiamo fare alcun tipo di statistica. Il primo è stato annunciato solo a febbraio del 2022 dopo studi durati anni. Stavolta ad approfondire la questione è uno scienziato dell’Università della Florida e della Northwestern University, Jeff Andrews.[1]

Come individuare oggetti letteralmente oscuri

Come spiega Universe Today, questo è un altro degli studi che stanno usando i nuovi dati raccolti dal telescopio spaziale Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea. Il ricercatore ha voluto analizzare come questo telescopio spaziale possa aiutare gli scienziati ad individuare questi oggetti letteralmente oscuri. I buchi neri non emettono luce per definizione ma quelli vaganti, che non assorbono neanche materiale, ad esempio da una stella compagna vicina, sono praticamente quasi impossibili da individuare.

I dati astrometrici di Gaia

Tuttavia il telescopio spaziale Gaia raccoglie dati astrometrici, informazioni che possono rilevare la posizione nonché i movimenti e i livelli di magnitudine di moltissime stelle. Questo significa che anche un’interazione molto fugace di una di queste stelle con un buco nero errante, ad esempio quella relativa ad un passaggio più o meno ravvicinato, potrebbe essere individuata in queste metriche. Il problema è capire come cercare.

Potrebbe non essere così facile

Secondo Andrews potrebbe non essere così facile. Delle 300.000 stelle che si trovano nel database di Gaia nessuna sembra essere caratterizzata da movimenti riconducibili all’interazione con un buco nero errante. Naturalmente non si tratta di uno studio che nega la possibilità che questi dati possano un giorno portare alla scoperta di un buco nero canaglia ma le conclusioni stesse dello studio inducono a pensare che si tratta di un’eventualità comunque remota. L’interazione tra un buco nero errante ed una stella probabilmente è un evento raro e il telescopio non è riuscito a catturarne neanche una durante i suoi anni di osservazione. Tuttavia i dati sono molti e, con un po’ di fortuna, qualche ricerca in futuro potrebbe individuare, nella vastità dei database di Gaia e di altri telescopi spaziali, un movimento stellare riconducibile proprio all’interazione con un buco nero errante.

Note e approfondimenti

  1. [2206.04648] Weighing the Darkness III: How Gaia Could, but Probably Won’t, Astrometrically Detect Free-Floating Black Holes
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