In 24 anni di osservazioni del buco nero posto al centro della nostra galassia, il “motore” di tutta la via Lattea, non lo si è mai visto consumare pasti così grandi come sta facendo ora.
È quanto lascia intendere Andrea Ghez, professore di fisica e astronomia dell’UCLA e autore di uno studio, insieme ad altri colleghi, apparso sull’Astrophysical Journal Letters.
Il buco nero al centro della via Lattea, denominato Sagittarius A *, è di solito abbastanza tranquillo. Non che non mangi ma di solito fa pasti regolari e non è abituato a “strafogare”.
Tuttavia il team di ricercatori ha scoperto che dal 13 maggio l’area che si trova poco fuori l’orizzonte degli eventi, ossia il “punto di non ritorno” del buco nero oltre il quale nulla è più visibile, risulta due volte più luminosa rispetto alle osservazioni precedenti.
Questi picchi di luminosità di solito sono causati dalle radiazioni emesse quando grosse quantità di gas e polveri, nonché materiali vari, oltrepassano l’orizzonte degli eventi cadendo nel buco nero.
Ora gli astronomi si chiedono se si tratta di un evento straordinario che non si ripeterà, almeno a breve, oppure di un evento che indica che il buco nero sta entrando in una nuova fase.
“Vogliamo sapere come crescono i buchi neri e influenzano l’evoluzione delle galassie e dell’universo”, dichiara lo stesso Ghez, professore di astrofisica. “Vogliamo sapere perché il buco supermassiccio diventa più luminoso e come diventa più luminoso.”
Una possibilità vede la rimozione, ad opera dello stesso buco nero, dello strato interno di G2, un oggetto che si è avvicinato nel 2014 e che gli astronomi credono essere una coppia di stelle binarie.
Tuttavia potrebbero essere anche dei grossi asteroidi divorati dal buco nero.