
Da quando l’ultimo telescopio spaziale della NASA TESS è stato lanciato molti gruppi di ricerca stanno lavorando per capire come sfruttarlo al meglio. Questo telescopio spaziale è stato infatti progettato per poter osservare una porzione di cielo relativamente vasta per tenere sotto controllo potenzialmente milioni di stelle.
Il tutto per arrivare a scorgere un esopianeta che possa passare davanti a loro (metodo del transito).
Un’altra ricerca in tal senso è apparsa su Astrophysical Journal Letters firmata da Lisa Kaltenegger, astronoma del Carl Sagan Institute che fa parte ha anche del team scientifico di TESS. L’astronoma, insieme al suo gruppo, ha sviluppato un nuovo catalogo, denominato TESS Habitable Zone Star Catalog, per restringere il campo di osservazione del telescopio da 470 milioni di stelle a 250.000, ossia quelle che, con i dati che abbiamo, sembrano avere più probabilità di avere un esopianeta che gira intorno a loro.
Relativamente a questo catalogo, per 1823 stelle la sensibilità di TESS risulterà sufficiente per individuare pianeti un po’ più grandi della Terra mentre per 408 di esse TESS sarà in grado di individuare eventuali pianeti con le dimensioni della Terra che ricevono un quantitativo di luce dalla stella simile a quello che riceviamo noi.
Il lavoro è stato effettuato da vari astronomi e studenti delle università di Cornell, Lehigh e Vanderbilt nel contesto dell’iniziativa Vanderbilt Initiative in Data-intensive Astrophysics (VIDA).
Una delle ambizioni di questo catalogo, come riferisce Keivan Stassun, altro astronomo che ha partecipato al progetto, è quello di trovare esopianeti soprattutto vicino alle stelle più vicine.
La speranza primaria, naturalmente, è quella di poter trovare pianeti abitabili relativamente vicini che possano vantare atmosfere simili a quella della Terra, e magari, analizzando proprio le atmosfere, comprendere se vi è presenza di vita.
Come riferisce lo stesso Stassun “è un momento straordinario nella storia umana e un enorme passo avanti per la nostra comprensione del nostro posto nell’universo.”