Caffè associato a rischio ridotto di sindrome metabolica secondo un nuovo studio

Un ulteriore studio, contenuto in un rapporto dell’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), sottolinea le qualità positive del caffè. Stavolta lo studio evidenzia un collegamento positivo tra il consumo dello stesso caffè e la riduzione del rischio di sviluppare la sindrome metabolica.

Come riferisce il comunicato stampa che presenta lo studio, la sindrome metabolica è una patologia abbastanza comune che può aumentare i sintomi e in generale problemi relativi ad altre patologie più gravi quali quelle cardiovascolari, come la malattia coronarica e l’ictus.

Lo studio, presentato alla 13ª Conferenza europea sulla nutrizione organizzata dalla Federazione delle società europee per la nutrizione (FENS) a Dublino, è stato realizzato dal ricercatore Giuseppe Grosso che analizzato il rapporto tra il consumo di caffè e la sindrome metabolica analizzando dati di coorte di soggetti italiani e polacchi.

Il ricercatore è arrivato alla conclusione che sono i polifenoli all’interno del caffè ad essere la causa di questo collegamento, soprattutto acidi fenolici e flavonoidi. Lo stesso ricercatore ha inoltre notato che lo stesso consumo moderato di caffè può essere associato a rischi ridotti di malattie cardiovascolari, cancro, diabete di tipo 2 e di mortalità per tutte le cause.

Per consumo moderato di caffè si intende uno consumo di 3-5 tazzine al giorno (per un consumo di circa 400 mg di caffeina al giorno) sulla base dei consigli forniti dall’autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority, EFSA).

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